Cip e Ciop due gatti sornioni

Nuova immagine (14)

Cip e Ciop erano due gatti sornioni, anche un poco paciocconi.

 

Si erano  intestarditi di acchiappare e poi mangiarsi il topo Diavolito.

Pensavano, in quanto gatti, ed essere in due, di prendersela con comodo e di riuscire ugualmente nella loro impresa.

Non  facevano altro che mangiare crocchette in scatola e poi dormivano su un cuscino di raso.

Erano talmente pigri da non uscire mai neanche nel piccolo giardino.

La loro padrona gli faceva anche le unghie con la lima, e gli puliva il pelo con salviette umidificate, quelle che si usano per i bambini, così loro potevano risparmiarsi di fare la toeletta.

Mangiavano e dormivano e basta.

Diavolito, usciva dal suo nascondiglio, quando gli pareva, passava veloce sotto al naso di Cip e Ciop, loro neanche si accorgevano di nulla.

Ma un giorno Diavolito fu visto dalla padrona dei gatti, la quale urlando, salì sulla sedia, coi capelli dritti sulla testa.

La padrona si arrabbiò tantissimo, ma mica con Diavolito, se la prese con Cip e Ciop, due fannulloni incapaci, li prese per la collottola e li scacciò.

Non si sa la fine che fecero i due gatti, c’è chi dice che si adattarono alla vita randagia e chi dice che morirono di stenti.

I due poveri gatti non avevano capito che è meglio essere autosufficienti che deficienti.

 

Il gatto nero

Nuova immagine (13)

Tanto tempo fa, diciamo tremila anni fa, i mici erano trattati come grandi re.

Grazie a loro, il grano si salvava dall’assedio dei topi e le persone potevano avere così il pane da mangiare.

Ma poi nel Medioevo, chissà poi perché, l’uomo s’inventò che il gatto nero era una strega.

E pure che poteva essere l’incarnazione di un diavolo.

Non c’era fine alla cattiveria dei pregiudizi e i poveri gatti neri venivano bruciati sul rogo.

Per loro nessun monumento per ricordare il loro sterminio.

Anche se i gatti non si preoccupano di queste cose.

Ai giorni nostri, c’è ancora qualcuno che tiene in tasca un po’ di sale grosso contro le streghe.

Il sale grosso fa sì che le streghe si incollino là dove c’è il sale, così poi possono essere catturate.

E c’è ancora qualcuno che quando un gatto nero gli attraversa la strada, fa marcia indietro e non prosegue  in avanti.

Ma questo è un bene, almeno il gatto nero è sicuro di non essere investito.

Certo che l’uomo è strano, mica il gatto nero, prima ti eleva alle stelle poi ti sotterra, e noi gatti dobbiamo subire la sua ignoranza e cattiveria.

Il piccione bipolare

Nuova immagine (12)

Questa del piccione è una strana storia, è diventato bipolare.

Ha smarrito la sua identità.

Il piccione gira per le città, piace ai bambini che gli danno le briciole di pane, lo fotografano, gli dicono: ”Guarda che bel piccione, lo voglio, mamma, lo voglio.”

Ai matrimoni è considerato di buon auspicio, perché è un uccello caro a Venere dea dell’amore, inoltre il maschio ama con tenerezza la sua compagna per tutta la vita.

Si dice infatti “tubare come piccioni” quando ci si bacia molto.

E’ un uccello che è accanto all’uomo sin dagli inizi della storia, è intelligente e pare che riconosca i volti delle persone, e se si specchia si identifica.

E’ un viaggiatore, ha portato messaggi in ogni dove, aiutando l’uomo.

Però c’è chi lo odia molto, lo caccia col fucile e poi lo mette in pentola.

C’è chi dice che il suo guano, cioè i suoi escrementi, portino malattie e per questo lo vuole sterminare.

Così il povero piccione non sa più chi è.

A volte si sente buono e amorevole.

Altre volte si sente cattivo e pestifero.

A volte è felice.

A volte è triste.