Zafferano, zacinto e zinnia

 

 

Zafferano, zacinto e zinnia
Ci fu un tempo antico e foscolo
di poeti che andavan ramigando
fra le croci e le funeree fosse
invocar la Musa sorridente
e gaia, a sparger l’ambrosia
sotto l’odoroso soave tiglio
e liberar dal servaggio il misero
ruggivi povero e debole, esule
nella pur sempre perfida Albione
solo da estinto, ti porse un fiore
l’Italia in Santa Croce, che credevi
che la derelitta cagna più non fosse?
Ella raspa ancora con unghie sempre più forti
e il corvo svolazza sul giallo azzuro e sul rosso
zafferano, zacinto e zinnia, che credevi tu?
Che fossero fiori? Che liberato da Sardanapalo
poi non ci fossero più le odiate guerre e il sangue?
Ti sei illuso con il fuoco e l’ardore di romantico amore,
non sapevi già allora che vince sempre chi ha il potere, chi si lava le mani e il Barabba?
Paola Tassinari alias Teoderica

 

Era di moda l’eskimo

Era di moda l’eskimo

Ci fu un tempo

ormai antico

in cui

aprimmo

i cancelli

e le pecore

tutte fuori

era di moda

l’eskimo

e l’esser ricco

era assai Kitsch

fu quando

di cannoni

c’eran solo le sigarette

ora non ci son più

Adorno e Horkheimer e Marcuse e i figli dei fiori

ma abbiam menestrelli che son presidenti

e fama, arte, poesia tutto si compra coi dindi

uomini e donne, show, talent o cuochi tutti

all’attacco per un’ora di gloria così per sentirsi

per un giorno o un minuto alla pari

per dirla alla Marx

del borghese capitalista

suvvia prostratevi e lanciate fiori ai vostri padroni

Paola Tassinari alias Teoderica