Senza titolo

smart

Senza titolo

Non è il male che mi fa male

ma il vostro presunto ipocrita

candore, come palline di canfora

sterminate non tarme ma uomini,

di fuor dorate sì che abbagliate

ma dentro tutte di ricco piombo,

bersagliate il mondo come fosse

il vostro parco giochi e sognate

d’esser ricchi, grattate e raspate

e lisciate monete e non v’accorgete

che son veneziane e ottusi e felici

remate le vostre schiave galere

 

Paola Tassinari alias Teoderica

La Venere sgualdrina

La Venere sgualdrina  

We live, come sogni, come night’s dreams,

così mai finisce il mondo, noi siamo eliot

e carbonio, carbone illuminato e malandrino.

 

Lei, una zampina di topina, i cui stivalini si

erano attaccati all’attak, lei, lei, svelta se li

è tolti e si è infilata nel letto del re dei topi di

fogna, credeva di aver trovato il parmigiano

reggiano, trovò la puttanesca morte in croce,

consolata da un morso di spaghetti al sugo di

pomodori, aglio, olive nere, capperi e origano.

 

Lei, lei è uno squillo di tromba che piange e

chiede miami? Lo fa ballando il TAPS. Sgualdrina

dal cuore pieno di cenere di militi insaccati in neri

sacchi di spazzatura. Come si sta nei fossi rossi di fango?

Coi tuoi compagni di tango che saltano e brillano?

Lei, lei, la sgualdrina, li accompagna col suo ritmo,

serto di mirto sul suo seno. Riso italiano, sì riso!

 

Quale relativo nominale usare per un

sì amaro riso? Il mio dolore è tale che

non so più se rido o piango o se non

piango e rido. So che manco più dove

ho il cuore tanto, che non so più se voglio

Mozart o le sue palle. Orno tutto e tutti

di fiori, stelle e sogni e mica mi contento.

 

Se qualcuno di voi miei amici vuol sentire quel che

sento e mento e tento, suonerò il trombino barocco:

trtrtrtt ttt  tr  risodì, fanculet, intèculot, ciccicoccò.

 

Paola Tassinari alias Leo

Ricordati di me

 

smart

Ricordati di me

Me.

Me e te.

Ricordati di me

come io ricordo di te.

Sei stato un sogno di maggio,

sei svanito nel freddo dicembrino,

su un treno, diventando lamento greco

Nonostante mi avessi detto è per sempre,

mi hai spento buttando la cicca nel tombino,

mentre mi dicevi, tu non farlo che blocchi e otturi

invece hai intasato tu, di sciocche e false parole d’amore.

Sciocchi e falsi sogni con miele e oriente per Giuliette e Francesche,

farfalle elettrizzate e impazzite che infine son bruciate, lasciando me senza te.

 

Paola Tassinari alias Teoderica

 

La risposta

smart

La risposta

Quando tu, in una parola, vivrai senza la vita,

penserai senza un pensiero,

sentirai senza cuore

allora tu non saprai che fare:

sarai un viandante senza casa,

un uccello senza nido.

Io sono così. (Pirandello)

 

Certo io non sono così

ghiaccio freddo come te,

però sono stata così comete,

una passera senza pescatore

un pesce fuor dal mare che strillava

e piangeva, per te questo non era consono,

così ti sei volto alla bella e hai perso la sardella (La risposta di Teo)

Paola Tassinari alias Teoderica

Con ordine e senza ossesso

 

 

 

smart

Con ordine e senza ossesso

In fretta impazzisce

chi diventa schiavo

dell’eccesso e del disordine

se il poeta dice che muore

chi è schiavo dell’abitudine

chi è preda e non domina

il disuso e il caos caso

sarà la vittima di sé stesso

perché vi è un tempo per la notte

e uno per il giorno

e occorre la misura della normalità

per misurare gli angoli

sia acuti che ottusi

la norma che regola

con cui guiderai te stesso

con ordine e senza ossesso

Paola Tassinari alias Teoderica

Eh già…

Eh già…

Eh già… tu la canti facile

ti è andata bene, tu dici

che tutto va, che sei qua.

 

Anche io sono ancora qua,

vaccinata e fantasiosa, col

tuo nero cappellino in testa.

 

Me l’ha regalato Federico che

è fuggito dal carcere, per farsi,

ha rischiato e osato per te.

 

Osso o fosso fa lo stesso. Tu

dici al diavolo non si vende si

regala… eppure io ho regalato,

 

ho regalato cuore, anima, corpo

e anche denaro sai, eppure lui non se

ne va, è lui che è ancora qua, eh già…

Paola Tassinari alias Teoderica