S’agapo (Ti amo)

S’agapo (Ti amo)

Primo amore, primo amore,

baci, sogni di mughetti bianchi,

Campanellini e Peter Pan e ti

ho scelto per il figlio che porto.

Ma il minio spagnolo del tango,

del duende, del sangue e della

muerte, come un serpente con

l’ancestrale desiderio antico, di

disfare e di vincere la morte con

estasi infinite, sfinite e infin finite,

prende e ti porta dolce per mano.

Oh poeti perché c’avete accecato

coi brilli banchetti dove piluccando e

spizzicando o divorando si perde il

senno mietendo il grano e il miglio?

Ti offri sull’ara d’amore e più su e più

su, infin lassù, infin cadi giù, cenere

nel vento e lui non l’intrighi più. Ti

ricorderai allora del filo di Arianna

e con fatica, come hai sempre fatto,

casta, nuda e vulnerabile, ti amerai e

sarà talora, quando anche sola sarai

felice, allora forse darai la cima dello

spago, solo a chi in te vedrà la Cnidia.

 

Paola Tassinari

 

 

 

Siamo tutti eroi

Siamo tutti eroi

Camminiamo sul filo della vita
srotolando il tempo, non sei
l’atleta, il funambolo, il prode,
il migliore o l’ultimo portento?
Non importa, siamo tutti eroi,
sin dall’inizio volenti o nolenti
da terra piangenti ci alziamo,
cadiamo, procediamo e vagando
o marciando, andiamo e barcolliamo,
sul precario e sottile spago, teso
all’arcano sconosciuto. E il gomitolo
si svoltola col vento di bonaccia o di
libeccio verso l’ignoto senza scampo.
Siamo tutti eroi, rei e re. Or ti dico pure
che son grata a chi sa ancora sorridere,
son i saggi, i pazzi, i puri di cuore, i miei re

Paola Tassinari alias Teoderica

L’urlo silenzioso degli avi

C’è chi narra, che un tempo ormai lontano,

l’etrusco si incontrò col vichingo

sulla radice e la variante

del var e dell’ambra varva.

Ravenna, Rasna, Russia

etrusco, vichingo, diverso,

differente, insolito mistero,

modo di pensare il mondo.

Rematori di mari freddi e tempestosi

s’incontrarono coi mediterranei naviganti,

sulla radice e la variante

del var e dell’ambra varva.

Il mio spirito è così, uno

scontro tra freddo e caldo,

un angelo sterminatore armato

di versi, per gli schiocchi uomini

del vero senza dubbio, architetti che

copiano il Primo senza averne il disegno,

generando le sofferenze di nuove croci.

Le mie e le tue, mio caro e diverso,

russo o rasna fa lo stesso, tanto

resta la croce su quelli come noi,

che oppressi e pervasi da aspre scosse

sentiamo l’ansare della pelle del mondo.

Il nostro e intenso dolore, dove

ognuno sta solo nel folle credere

di mondare e sbucciare l’arcano,

ascoltando l’urlo silenzioso degli avi.

Ma infine trovatori di luce: l’indice sistino

nell’elettrico incontro con Dio e scopriamo la via.

Paola Tassinari alias Teoderica

Le ginestre

Le ginestre

La prima volta che le vidi

stordita di intenso profumo

di vento, di sole, di altezze

capii che erano loro, il passero

la siepe, il sabato, le illusioni

infrante, sì belle e gialle e tristi nuvole,

come il tempo che scorre e si perde.

Dove sei tu ora, cuore solitario e assetato

d’infinito, che non hai colto, perché l’hai reso terreno?

Tu lo avevi e lo sentivi dentro e l’hai cercato nonostante la

tua filosofale e bella mente ti dicesse, non c’è nulla di sensato

se non un motore partito che continua nel suo moto remoto.

Ma tu dentro ce lo avevi l’infinito, la luce, l’amore e anelavi

e cercavi fuori ciò che era dentro, dovevi amarti

col tuo infinito amore che è quello di Dio, dentro lo avevi.

Chi t’ha dato fratellanza non t’amava, era per scopo e tu

lo sapevi e ti ingozzavi di confetti e di gelati e la tua testa

s’è preso il Ranieri per la scienza, che superba e sciocca

s’adongia con le lonze. E le tue debolezze? Sempre

il Ranieri le ha messe in piazza, antesignano

dei fratelli e delle marie odierne che s’abbuffano

e si snudano non di vesti ma di santificati vizi.

Chi ha questo amore divino medita e s’arrovella

sui sensi onesti e giusti, sulla pietade, or ti dico che

la tua umana eroica fratellanza, che credevi possibile

puff puff, svanita, perciò anche il motore remoto che

gli illuministi han messo in moto puff puff, può svanire

nelle tenebre e le fole antiche tornare a illuminare il cuore.

Le genti non son come la tua ginestra, fan questo e

quello così tanto per fare oppure son forti e belve

in vita come la matrigna quando s’arrabbia,

non vedo dignità, né umiltà e sai adesso ti

amano e ti studiano, a Recanati non più sassi e lazzi,

ma fiori, onori, ammiratori, amori, sei il poeta tricolor,

ma credi che seguano le tue ginestre e le operette?

La mela che cade dall’albero per caso, uccide molte

formiche e distrugge la loro fatica, più o meno è

lo stesso per l’uomo, lo dici tu, Dio non esiste,

forse hai pure ragione, ma anche la fratellanza è

una fola, e vedi sia l’Uno che l’altra non sono di mente

ma di cuore, t’han fregato hai creduto che la loro ragione

fosse come la tua, il tuo metro non era il loro, le ginestre

son fiori di campo, non sono coltivate, erano in te, non fuori di te.

Paola Tassinari alias Teoderica

 

 

 

Sciocchi uomini di guerra

Sciocchi uomini di guerra

Ci può essere qualcosa di più sciocco
degli sciocchi uomini della guerra?
E se il più sciocco con passi furiosi
attacca?
Perché mai l’altro risponde
col ferro?
Qualcuno ha detto un giorno
porgi l’altra guancia
ma gli sciocchi uomini di guerra
che son potenti e intelligenti
preferiscono seguire Hammurabi
che è un codice è quindi una legge
sì proprio quella del taglione
dell’occhio per occhio e
dente per dente
che tanto di occhi e di denti
ve ne son tanti nella stupida massa
sciocchi uomini di guerra
ancora incapaci di fermare il
male se non con lance di ferro
ripugnanti eroi di inutili giorni
dedicati alla memoria
di lager, di panchine rosse
di mostri, di capri e di pecore matte

Paola Tassinari alias Teoderica

Amore e Psiche

Amore e Psiche

Navigavo nel mare ondoso

mentre mi baciavi intensamente

scivolando le mani e il mio abito

giù dai miei fianchi. Già

suggevi le zinnie in fiore

e i petali cadevano uno

a uno sino a restare io, spoglia.

Relitto, salma, pelle e bottino

abbandonata tra le tue braccia,

affondando e annegando con te

 

Paola Tassinari alias Teoderica

Ok? Se non vuoi andare Ko

Può una rondine
Vivere in gabbia?
Non credo.
Eppure con la tua
tenacia lo hai fatto.
Chiusa col corpo
ma con gli occhi
e la tua anima
sempre innamorata
di qualcosa e di qualcuno.
E ora?
Abituata solo al sogno,
cosa vuoi, cosa chiedi, che pretendi, statti zitta che è sera, smettila di sognare, stai nella tua gabbia e smettila col tuo stupido gioco
di lanciare
sguardi luccicanti
coi tuoi occhi,
ormai
tanto stanchi.
E smettila una buona volta.
Su fai la brava,
arrenditi.
Hai perso,
tu perdi sempre,
lo sai.
Dammi retta,
stai ritta
e sparisci
Ok?
Se non vuoi andare
Ko
Paola Tassinari alias Teoderica

 

Non è il male che mi fa male

 

Non è il male che mi fa male

Non è il male che mi fa male

ma il vostro presunto ipocrita

candore, come palline di canfora

sterminate non tarme ma uomini,

di fuor dorate sì che abbagliate

ma dentro tutte di ricco piombo

bersagliate il mondo come fosse

il vostro parco giochi e sognate

d’esser ricchi, grattate e raspate

e lisciate monete e non v’accorgete

che son veneziane e ottusi e felici

remate le vostre schiave galere

Paola Tassinari alias Teoderica