Gli ultimi saranno i primi

ar var alda 7

“Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi, perché molti son chiamati, ma pochi eletti”. Così disse Gesù in una parabola che racconta del proprietario di una vigna, che va al mercato di prima mattina, per assumere lavoranti a giornata, poi vi ritorna in ore più tarde. Alla sera i lavoranti si riuniscono per essere pagati. Gli ultimi vennero pagati prima ricevendo una moneta per ciascuno, quelli che avevano lavorato tutta la giornata s’aspettavano molte più monete, ma ciò non avvenne, ed essi si arrabbiarono. Allora il vignaiolo li rimproverò, dichiarando che avevano ricevuto il pattuito; che egli aveva diritto di fare del suo ciò che gli piaceva; e che era una vergogna invidiare coloro con cui era stato più generoso. Con tutto l’affetto che ho per Gesù, questa parabola assieme a quella del figliol prodigo non mi piace. Qui il vignaiolo doveva regalare almeno due monete a tutti, così sarebbe stato veramente generoso, anzi siccome il primo era lui, che possedeva la vigna, doveva dividere il ricavato dell’uva con tutti quelli che avevano lavorato alla raccolta.  Qua i primi alla chiamata avevano eseguito un lavoro assai faticoso, non erano mica stati seduti sulla spiaggia, quel vignaiolo è stato solo capace di rovinare tutto, anche la gioia di chi aveva lavorato poco, ottenebrata dalla sacrosanta gelosia e invidia di chi aveva lavorato molto. Il messaggio di Gesù allora significa che la vita è ingiusta ma che chi crede in lui ama anche l’ingiustizia, l’accetta senza arrabbiarsi e… la pillola va giù.