IL PROF. DI DISEGNO

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A scuola ero brava, mi piaceva andarci, paradossalmente la materia che mi piaceva di più: l’italiano, io e la Prof. non ingranavamo, l’altra materia preferita: il disegno…ma il Prof. era troppo…troppo e basta.
Il Prof. di disegno non alzava mai la voce, mi aveva fatto conoscere Giorgione, Van Gogh, i fratelli Carracci, Caravaggio ed il sublime Botticelli.
Mi diceva…brava, bravissima.
Le mie opere erano esposte nelle sale della scuola e alla lotteria di fine anno trovavano sempre acquirenti.
Disegnare mi piaceva, dipingere ancora di più, il Prof. mi stimava e mi sosteneva, volle parlare anche con mio padre per convincerlo a farmi proseguire gli studi artistici.
Cosa c’era che non andava?
Ancora non lo so bene.
So che detestavo la sua guancia che sfiorava la mia, quando arrivava per controllare il mio lavoro.
Poi c’era il rito, il mio disegno doveva essere sempre affisso in alto, anche se c’era posto in basso, il Prof. diceva che così si vedeva meglio, inizialmente mi inorgogliva, ma poi non capivo perchè il Prof dovesse prendermi in braccio per farmi salire sulla sedia per affiggere la mia bella opera là in alto, lui diceva che faceva così perchè aveva paura che io cadessi e mi facessi male, ma io percepivo una sensazione di sporco…a un certo punto decisi che essere brava in disegno aveva un prezzo troppo alto e che forse Giorgione non era poi granchè, che forse era meglio Van Gogh con i suoi campi gialli di grano maturo.
Così alla fine io volevo la Prof. di italiano, ma lei non mi voleva, il Prof di disegno mi voleva ma io non volevo lui.
Che strana la vita e che strano quel mio “sentire anomalo” con cui percepivo le attenzioni del Prof.
Forse la mia testolina galoppava troppo con la fantasia.

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