IL SIGNORINO

Il signorinoIL SIGNORINO

C’ era una volta una casa in campagna, era un po’ come il paradiso terrestre, c’ erano prati con cavallette uguali identiche a cavallucci marini, solo che invece che essere blù erano verdi ed il cielo era sempre stellato e c’ era un albero grande, grande magico, dove si poteva sognare.
C’ erano poi pulcini, pulcini ai quali si mettevano gli occhiali, sì è vero avevano piccoli occhiali di plastica…chissà poi perchè…forse per non farli ammalare.
Poi c’ erano paperi, gialli e neri, non c’ era niente di più bello dei paperi gialli e neri.
C’ era anche un cagnolino, un delizioso cagnolino che dava baci solo quando ne aveva voglia, era un po’ dispettoso, quando non aveva voglia di leccarti sembrava che ti dicesse…me ne fotto di quello che vuoi tu.
Accanto c’ era una villa, bella, tu c’ eri andata di nascosto e ti eri pure sdraiata su quel letto rosso, nella biblioteca piena di libri, i padroni non venivano mai, avevano un’ altra villa, quindi non facevi nulla di male, certa gente non sa quello che ha, quindi è come se non l’ avesse.
E dov’ era il signorino, erano due in realtà, belli e biondi, sembravano usciti da un libro di Dickens, erano belli e biondi e non capivano un cazzo.
Avevano tutto, ma proprio tutto e si permettevano di prendere la tua amata bicicletta, di farla cadere, non capivano, vedevano i pulcini e se li portavano via, e pensare che LeviStrauss che amava la sua scimmietta, la lasciò nel suo ambiente, non capivano niente.
Il signorino si portò via il pulcino, il povero pulcino abituato al sole della Romagna, lo portò a Milano, come se un galletto romagnolo potesse vivere fra i cornicioni dei tetti di Milano, infatti finì poi nella padella, sarebbe finito in padella lo stesso, ma a volte morire in un posto o in un altro fa la sua differenza.
Il signorino che a te piaceva tanto, pareva il principe delle favole, è ritornato, triste ed infelice, ti ha detto che se voleva tu saresti caduta ai suoi piedi, ti ha dato della provincialotta, ma all is love, all is love.

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