“Ciò che per il bruco è la fine del mondo per tutti gli uomini è l’inizio della vita” (Lao Tzu), questa frase è meravigliosa è più che una speranza di vita eterna. Molto poco si conosce sulla vita di Lao Tzu, fondatore del taoismo, è una figura leggendaria che è stata nel corso dei secoli, mitizzata e divinizzata. La leggenda vuole che nacque da una vergine, dopo vari anni di gravidanza, per alcune versioni otto, per altre sessanta, ottanta, o anche 97; la madre rimase incinta mentre contemplava una stella cadente. Forse in Lao Tzu si fonde il pensiero filosofico di più persone lungo varie generazioni. La fine del mondo del bruco è ciò che per noi è la morte. Quando è giunto il tempo i bruchi si avvolgono in un bozzolo intricato, ossia la crisalide, come è la cassa da morto per noi, dal quale usciranno giorni o settimane dopo, sotto forma di una bellissima farfalla o falena. Quindi perché non può essere possibile che noi dopo aver trascorso la nostra vita, di solito un po’ da bruchi, cioè non tanto perfetti, anche il più buono di noi qualche difettuccio lo ha, dopo un tot di tempo non ci trasformiamo in uno stato sconosciuto ma bellissimo? Quando il bruco che striscia sulla terra si costruisce la sua “bara” mica conosce ciò che diventerà? Mica si immaginerà di volare, lui che strisciava?