Adesso che invecchio

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Adesso che invecchio

Adesso che invecchio e m’avvicino

ad essere saggia o forse mi sbaglio

e continuo e manipolo col solito

gioco, indorando col riso il dolore

e facendo lo struzzo. M’invento e

fingo di essere assente, mentre

svoltolo il settimo sigillo, altro

che piena di senno, son farisea

e zelota, nel pestare e tritare con

spirito vitale lo zero del nulla, che

qualsiasi numero elevato a zero

fa Uno. E chi è quell’Uno? Ecco

io non lo so, ci credo, non so se

per indole alle fole, però l’ho colto

e me lo tengo stretto. Adesso che

invecchio, perdono e assolvo la

capra e la pecora nera, ossia chi

sbaglia per amore o per odio, chi

si mette in gioco e paga con strazio

e tormento, ma non reggo più, sì

non reggo più, chi segue per moda,

per noia, per stare nel gruppo del club

esclusivo, il chiasso del turpe e del vizio

che porta all’abominio nell’indifferenza.

Satolli di Bacco e baldracco o forse

gli occhi coperti dal nero colbacco

confusi e scordati, che ogni numero

diviso per zero va all’infinto, mentre se

elevato in potenza si risolve nell’Uno.

 

Paola Tassinari alias teoderica

A Gentile

A Gentile

E io che amo le parole e le

audaci scelte del pensiero

cortese, dal cor mi prende

ricordar il Gentile e un fior

voglio donare. E se tu non

sai cosa voglio dire, taci.

Non sai di ciò che scrivo,

se di uccellini o uccellacci

se di usignoli o sparvieri, taci,

che il rimar se mostra l’ugne

lo fa senza asso, tasso o lucro,

il poeta lo sa che passerà per

folle o per somaro, ma sa che

dopo l’inferno vengon le rose

sa che gli eroi di carta seguono

e vanno col vento della fortuna

 

Paola Tassinari alias Teoderica

A Gentile

A Gentile

E io che amo le parole e le

audaci scelte del pensiero

cortese, dal cor mi prende

ricordar il Gentile e un fior

voglio donare. E se tu non

sai cosa voglio dire, taci.

Non sai di ciò che scrivo,

se di uccellini o uccellacci

se di usignoli o sparvieri, taci,

che il rimar se mostra l’ugne

lo fa senza asso, tasso o lucro,

il poeta lo sa che passerà per

folle o per somaro, ma sa che

dopo l’inferno vengon le rose

sa che gli eroi di carta seguono

e vanno col vento della fortuna

Paola Tassinari alias Teoderica

Siamo tutti eroi

Siamo tutti eroi

Camminiamo sul filo della vita
srotolando il tempo, non sei
l’atleta, il funambolo, il prode,
il migliore o l’ultimo portento?
Non importa, siamo tutti eroi,
sin dall’inizio volenti o nolenti
da terra piangenti ci alziamo,
cadiamo, procediamo e vagando
o marciando, andiamo e barcolliamo,
sul precario e sottile spago, teso
all’arcano sconosciuto. E il gomitolo
si svoltola col vento di bonaccia o di
libeccio verso l’ignoto senza scampo.
Siamo tutti eroi, rei e re. Or ti dico pure
che son grata a chi sa ancora sorridere,
son i saggi, i pazzi, i puri di cuore, i miei re

Paola Tassinari alias Teoderica