CARLETTO IL DRAGHETTO decima puntata

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Questo è il mio amico Car, lui vive in un acquario, una boccia di vetro per la verità, senza filtro per depurare l’acqua. Come abbiamo fatto a conoscerci se Car vive in una boccia e io nel mare? Il “proprietario” di Car è un pescatore, i pesci che prende all’amo li rigetta in acqua, che ama talmente il suo pesce rosso da portarlo con lui quando va a pescare, lo appoggia sulla banchina, così Car può vedere il mare e i pesci. Ecco come ci siamo conosciuti, io so che tutti i sabati e tutte le domeniche Car e il pescatore sono sul molo e così vado a chiacchierare con Car tramite il linguaggio muto di noi pesci. Inizialmente credevo che Car fosse un depresso e represso, ma mi sono dovuto ricredere. Car dice che non si può andare contro il destino dei pesci rossi,ci sono milioni di famiglie che hanno un pesce rosso, che poi lasciano morire per incuria. Il pesce rosso poi lo vendono alle fiere, c’è chi lo ingoia per scommessa o chi lo mette nella vasca in giardino, insomma da che mondo è mondo il pesce rosso sta in gabbia. Allora Car che ha avuto la fortuna di stare con un padrone che vede ormai come un amico ha deciso di tentare un guinness dei primati: diventare il pesce più longevo, di battere il record di Tish. Tish è stato il pesce rosso di una signora  inglese che ha vissuto sino a 43 anni.  

immagine di Teoderica

CARLETTO IL DRAGHETTO nona puntata

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Questa che vi presento oggi è Gipsy la mia ragazza, cioè ora non lo è più, mi ha lasciato. Da noi c’è un detto che dice:”moglie e buoi dei paesi tuoi”, l’abbiamo copiato dagli umani, ma io forse volendo mutuare mio padre, mi sono innamorato di una pesciolina minuscola che vive in Sudamerica ed è di acqua dolce! Il guppy, o pesce milione, vive nei fiumi che scorrono tra il Venezuela e il nord del Brasile; è presente anche in Sudafrica ed è stato introdotto in molti altri Paesi per contrastare le zanzare, delle cui larve si ciba. Inoltre, è tra i più comuni pesci d’acquario.  Può vivere nell’acqua torbida di stagni che in quella limpida dei corsi d’acqua di altitudine. Le femmine guppy partoriscono piccoli già formati ma i genitori non prestano loro nessuna cura anzi  possono divorare la loro stessa prole. Queste informazioni che sapevo sui guppy doveva farmi riflettere sul potenziale carattere di Gipsy, sul suo adattarsi all’ambiente, alla mancanza di amore per la libertà e alla mancanza di istinto materno. Non ho dato retta a nessuno, la sua coda arrotondata che sventolava davanti ai miei occhi, la sua leziosità mi inebriavano, ero innamorato e perciò cieco e pure sordo perché ho creduto a tutto quello che mi diceva. Poi è finita, lei mi ha lasciato, io l’avrei voluta ancora anche se avevo scoperto che non era quella di cui mi ero innamorato, non importava, io l’amavo e così amavo anche i suoi difetti e poi chissà quanti ne avevo io di difetti, ma lei mi ha lasciato.

Ora sono solo e con le decisioni sul lavoro da prendere… mah! 

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CARLETTO IL DRAGHETTO ottava puntata

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Questo è il mio papà si chiama Antares. La sua caratteristica principale è quella di essere un grande appassionato di sport, in particolare di calcio, la sua squadra preferita è quella del Mar Rosso, dove giocano i famosi pesci pagliaccio, ma segue con accanimento anche la nostra squadra locale. E’ mio padre adottivo, ma mi vuole bene come fossi del suo sangue. Mio papà è un pesce chirurgo viveva nei lontani mari della barriera corallina, si trasferì qui nell’Adriatico quando conobbe, tramite internet, mia madre, se ne innamorò follemente, facendo l’unica pazzia della sua vita. Ora forse non l’ama più, probabilmente convivono per abitudine. Caratteristica peculiare della famiglia dei pesci chirurgo è la presenza di aculei estremamente affilati, a forma di lama, posti alla base della coda e utilizzati a scopo difensivo, accomunate al bisturi del chirurgo da cui prendono il nome. Mio padre sa usare le sue lame in modo repentino e ha difeso me e la mamma anche da pesci molto grossi. Questi pesci, anche mio padre, solitamente si dedicano a lavori di pulizia, sia dai più umili,  
con grande accuratezza ispezionano le pinne e la pelle dei pesci di maggiori dimensioni o delle tartarughe per liberali da alghe e parassiti, di cui si nutrono, sia dai più impegnativi, come la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Mi spiace dirvelo ma la nostra sporcizia è niente in confronto a quella che voi umani buttate dentro le nostre acque. Mio papà ora è in pensione ed io spero che se la possa godere il più a lungo possibile.

 

immagine di Teoderica

CARLETTO IL DRAGHETTO settima puntata

130846050-media-83dcc0ec-65d8-403d-8ec6-8734d147ec4fE questo sono ancora io Carletto, vi ho scritto delle mie prime esperienze, a un anno andavo già a scuola, ora che ne ho quattro ho già fatto le Superiori, l’Università,un Master in un mare del Nord, un Dottorato nel Mar Rosso ed ora sono veramente in pensiero, perché devo prendere una decisione che sento sarà importante per la mia vita, so che la strada che sceglierò mi porterà in un tragitto obbligato. L’offerta è di un buon posto nell’Atlantico, molto lontano dai miei luoghi oppure di chiedere un prestito alla banca e mettere su un’azienda nel campo alimentare e commerciare con tutto l’estero. Non so cosa fare anche perché la mia ragazza mi ha lasciato e così sono un po’ demotivato. Non stupitevi se a quattro anni ho già laurea e dottorato, sono considerato in realtà un po’ bamboccione perché dovete sapere che i pesci vivono da un anno a venti anni, più o meno quindi io è come se avessi all’incirca trentacinque anni di un umano. Si sa ben poco sulla durata della vita dei pesci, e le ricerche fatte certo non ci incoraggiano. Esistono tuttavia sufficienti dati per poter dire che la vita dei pesci si estende tra uno e venti anni. Non è possibile fare uno schema della vita dei pesci estremamente esatto, ma una norma generale ci insegna che quanto più grosso è il pesce da adulto e tanto più a lungo vive. Inoltre sappiamo che i pesci che abitano le acque fredde vivono più a lungo di quelli delle acque tropicali calde. Io non so quanto vivrò, l’adriatico è temperato, quindi dovrei vivere a lungo, ma le mie dimensioni minuscole fanno credere che vivrò poco, io non ci penso, vivo e basta. 

immagine di Teoderica

 

 

 

CARLETTO IL DRAGHETTO sesta puntata

la reginetta

Vi presento la reginetta del condominio dove abito io, la chiamano reginetta perché è stata convocata per il titolo di Miss del mare. E’ un pesce combattente,la sua specie vive nelle acque dolci, ma lei è riuscita ad adattarsi anche all’acqua salata,sotto a spoglie vivaci, affabili e comprensive, vive un essere subdolo che pensa solo per sé, io ne ho talmente paura che fingo di essere contento quando salendo le scale mi da un puffetto sulle guance, ma in realtà rabbrividisco, perché percepisco che per raggiungere ciò che vuole sarebbe capace di calpestare chiunque,vedete bene che è tutto uguale a quello che succede a voi umani. I pesci combattenti sono rissosi. Appena il maschio vede la femmina costruisce il nido poi inizia a fare avanti e indietro tra il nido e la femmina corteggiandola. Se la femmina è riluttante il maschio la morde per  “spronarla”, non è raro che nel tentativo di convincerla la uccida. Una legge che da noi non esiste è quella contro il femminicidio, in quanto qua non si considera un omicidio diverso da un altro, non si deve fare, punto e basta. Dovete sapere che le femmine dei pesci combattenti sono terribili pure loro e si mangerebbero anche i loro figli se non fossero fermate dai maschi.    Quando la femmina decide di concedersi andando nel nido insieme al maschio comincia il vero corteggiamento,il maschio avvolgerà la femmina girandola in posizione supina e l’abbraccerà. Dopo i vari abbracci una volta che la femmina avrà esaurito le uova il maschio la scaccerà brutalmente dal nido poiché è diventata una minaccia per le uova, sarà il maschio che si prenderà cura del nido e dei piccoli che nasceranno. Qui nel mare dove abito io di pesce combattente c’è solo la reginetta, la quale si chiama Bellis  (nome che ricorda la sua bellezza, ma anche la guerra)infatti è talmente brava che accalappia pesci di ogni razza, preferibilmente ricchi, li tiene finché li gradisce, poi li lascia al suo destino, riuscendo pure a stare dalla parte della ragione perché sempre sorride e parla e abbraccia, ma a me che sono un draghetto non mi abbindola… non mi piace per niente! 

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CARLETTO IL DRAGHETTO quinta puntata

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Vi parlo ancora della mia mamma, ho dimenticato di dirvi che fra i pesci più evoluti,ce ne sono che hanno sviluppato dalle pinne di un tempo delle proboscidi che hanno la funzione di gambe, per camminare sui fondali, credo che tutti sappiate che nei mari ci sono anche le montagne, le quali debitamente ristrutturate sono diventate le nostre casette. Ma questo non c’entra,io volevo dirvi che i pesci che hanno le gambe sono quasi tutte femmine,in quanto le pinne  si sono trasformate in gambe non per evoluzione ma per la forza del desiderio. I pesci femmina volevano portare le scarpe e i sandali anche loro come le donne umane… a volte il desiderio funziona. Sulla terra si dice non desiderare, quaggiù al contrario si dice desidera con tutte le tue forze ed otterrai. Mamma,ha una passione smodata per le scarpe,ne ha di tutte le fogge, si ostina ad indossare tacchi vertiginosi, nonostante la sua stazza, è un pesce Luna, e così è sempre a rischio di una storta, senza contare che sembra che cammini sulle uova, mah. Ora ha scoperto i pesci cinesi, sì anche da noi sono arrivati i cinesi, che copiano le scarpe dell’alta moda e le propongono in vendita a 5 euro. Mamma ne ha comprato un sacco, una peggio dell’altra, tutte le volte dice che non ne compra più, poi non sa resistere. Ebbene ultimamente ha acquistato un paio di scarpe imitazione di Alexander McQueen (stilista umano scomparso da poco in seguito al suicidio)sono alte circa 30 cm,non paiono scarpe ma guantoni da boxe, fatto sta che mamma se le è infilate ed ora non riesce più a toglierle, il piede camminando così in alto si è gonfiato ed ora non esce più. Io le ho detto, mamma sei più bella così, tieni sempre le scarpe e non ci pensare più, ma io mi chiedo ci si può sacrificare per la moda? Ha senso?

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CARLETTO IL DRAGHETTO quarta puntata


Quella che vedete nella foto è la mia mamma, è un pesce Luna. Il pesce luna è il più grande tra i pesci ossei, ciò causa un gran dispiacere alla mia mamma perché avendo le ossa grosse anche se sta a dieta non può essere molto sottile,così gli abiti non le stanno bene, lei vorrebbe essere magra come le modelle, perciò è sempre a dieta di giorno, mentre di notte svuota il frigorifero. Io l’abbraccio e le dico che mi piace sentire un po’ di ciccia, non vorrei avere una mamma spigolosa con le ossa che pungono come bacchetti secchi. Allora lei ride e mi bacia e si mangia un bignè. Una volta ha letto un libro in cui si denigravano quelle signore che stanno ai tavolini del bar ad ingozzarsi di dolci, mentre i bambini poveri muoiono di fame,così la mamma ogni volta che mangia i dolci si sente in colpa, quindi è perennemente in colpa perché ai dolci non sa rinunciare. Pensate che il pesce Luna in inglese viene chiamato Sunfish,per il fatto che durante le giornate di sole tende a salire alla superficie dell’acqua per abbronzarsi al sole. La mia mamma è sempre abbronzata il sole le fa bene la rallegra. Come vi ho già detto quaggiù nel profondo del mare viviamo tale e quale che gli umani sulla terra, abbiamo anche la banda larga persino negli scogli più lontani, però non possiamo avere matrimoni fra diversi, sì possiamo formare la coppia però non ci saranno figli, questo per dirvi che io che sono un cavalluccio non posso nascere da un pesce Luna: sono stato adottato, mamma mi ha trovato in un cassonetto dell’immondizia, appena nato ancora col cordone ombelicale ancora attaccato. Per ultima cosa vi dico che la mamma si chiama Lunina ed io le voglio tanto bene.

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CARLETTO IL DRAGHETTO terza puntata

Prima di continuare a raccontarvi le mie avventure vi devo spiegare chi sono. Sono Carletto un cavalluccio marino,sono un po’ timido,devo mangiare molto spesso perché ho uno stomaco   piccolissimo. Di solito mangio piccoli gamberetti, questo è ciò che credono tante persone, in realtà nel mondo sottomarino si vive tale e quale che sulla terra. Mio papà lavora, la mamma pure, abbiamo la nostra casetta, le auto, i mezzi pubblici, le scuole, le fabbriche, il sindaco, il presidente, tutto a mille metri sotto il mare. C’è qualche piccola differenza, ad esempio è il mio papà che tiene i piccoli nella pancia, per il resto la mia vita si svolge come i terrestri, anch’io nasco, vivo e poi muoio. Gli uomini mi fanno morire prima del tempo,nell’antichità ci pescavano per gli usi più diversi quali, ad esempio, per preparare pozioni “magiche” o chissà quali altre diavolerie. In Cina, ad esempio,credono che siamo un potente afrodisiaco o ci usano per preparare sostanze tonificanti per la pelle. Ci uccidono, poi ci seccano come il povero baccalà e poi ci vendono. E’ per questo che i cavallucci se ne sono andati dalla terra, i cavalli sono rimasti, ma noi tanti anni fa siamo andati coi pesci e ci troviamo bene nei fondali marini, finché l’uomo non viene, ma quello si infila in ogni dove e si crede il più intelligente e furbo, crede di aver scoperto tutto, e non conosce neanche le nostre città. Io non vi sembro intelligente? So discorrere e spiegare ed ho solo un anno, ma vi volevo chiedere a voi piace Carletto? E i cavallucci marini? E i pesci? Non sarete mica dei pescatori?
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CARLETTO IL DRAGHETTO seconda puntata

Dopo tanto gattonare, Carletto andava veloce come un razzo, proprio come il suo gatto, ora sta su due piedi. Non sa Carletto perché gli sia venuta la voglia di andare a due zampe, forse per imitare la mamma e il babbo. E’ una fatica stare su due piedi, Carletto riesce a fare solo due o tre passi, poi si butta giù e va a gattoni, non sa proprio perché ha così tanta voglia di andare coi piedi, non lo sa proprio…è una fatica. La mamma gli mette un’infilata di sedie a cui lui si appoggia,e gli dice:”Bravo, bravo, fra un po’ camminerai”. Forse è importante si dice Carletto e si raddrizza a più non posso, si impegna al massimo, stringe i denti e parte in quarta, uno, due, tre, e via, non riesce a fermarsi, non sa come fare a fermarsi, si appoggia ad una superficie…”ahi che male era bollente, ua, ua, uaaa” era il vetro del forno. Via subito dal medico,a Carletto il medico proprio non piace, e ritorno a casa con le mani bendate, almeno il dolore è scomparso, forse il medico serve a qualcosa. A dieci mesi Carletto ha imparato che esperienza non vuol dire altro che hai preso un sacco di batoste…come si fa ad imparare  senza esperienza? Sarà possibile? 

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CARLETTO IL DRAGHETTO prima puntata

Questa è la storia di Carletto un bambino che si credeva un draghetto, no, non un draghetto metaforico come quello del disegno, un draghetto nel senso che credeva di saper fare tutto. Era nato così, pieno di entusiasmo, tutto gli sembrava possibile, tutto gli sembrava bello. Le sue avventure che io vi racconterò, iniziarono molto presto. A otto mesi,la mamma aveva il vizio di metterlo in una scatola con le inferriate, lo chiamano box. Carletto aveva appena iniziato a gattonare e non gli andava proprio a genio di stare rinchiuso, proprio ora che poteva andare alla scoperta del mondo, aveva sempre solo guardato e desiderato toccare, adesso che poteva farlo lo avevano imprigionato. Non era giusto. La mamma lo lasciava lì e se ne andava per i cavoli suoi. Non era giusto. Carletto cercò vie di fuga, per giorni e giorni tentò di uscire dal box senza riuscirci. Ma un giorno attaccandosi alla rete e dondolando e dondolando riuscì a capovolgere la scatola maledetta e Carletto a gattoni se ne andò. Andò un po’ qua e un po’ là,finché si trovò sul balcone, tra i fiori. Che bello infilarsi coi piedini e lasciarli penzolare nel vuoto, quasi quasi riesco ad infilarmi del tutto e così scendo nell’erba sottostante, pensò Carletto. Mentre stava scivolando sotto le inferriate, arrivò urlando la mamma, con le mani sui capelli, pure piangeva, così Carletto tirò su gambe e piedini e gattonò verso il box, gli dava fastidio che la mamma si arrabbiasse e con il dito indice gli dicesse:”Non lo fare più”. Questa volta però la mamma mi prese in braccio e mi sbaciucchiò, non la finiva più di darmi baci. E’ stato ad otto mesi che ho capito che le donne sono strane.

 

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