Adesso che invecchio

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Adesso che invecchio

Adesso che invecchio e m’avvicino

ad essere saggia o forse mi sbaglio

e continuo e manipolo col solito

gioco, indorando col riso il dolore

e facendo lo struzzo. M’invento e

fingo di essere assente, mentre

svoltolo il settimo sigillo, altro

che piena di senno, son farisea

e zelota, nel pestare e tritare con

spirito vitale lo zero del nulla, che

qualsiasi numero elevato a zero

fa Uno. E chi è quell’Uno? Ecco

io non lo so, ci credo, non so se

per indole alle fole, però l’ho colto

e me lo tengo stretto. Adesso che

invecchio, perdono e assolvo la

capra e la pecora nera, ossia chi

sbaglia per amore o per odio, chi

si mette in gioco e paga con strazio

e tormento, ma non reggo più, sì

non reggo più, chi segue per moda,

per noia, per stare nel gruppo del club

esclusivo, il chiasso del turpe e del vizio

che porta all’abominio nell’indifferenza.

Satolli di Bacco e baldracco o forse

gli occhi coperti dal nero colbacco

confusi e scordati, che ogni numero

diviso per zero va all’infinto, mentre se

elevato in potenza si risolve nell’Uno.

 

Paola Tassinari alias teoderica

2 pensieri su “Adesso che invecchio

  1. Perdono chiedo Paola, che ti voglio sempre bene, sto attraversando un periodo bizarro vuoto. Credo di sicuro sei la mia anima gemella. Tante volte ho bisogno del tuo affetto..e questo mi fa sentire incomplete, perche ricambierei il tuo affetto cento volte..sono pieno di dolore..ti desidero tanto..

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