L’ombra dei cipressi

L’ombra dei cipressi
Hobbes dice che l’uomo
è un lupo per sé stesso
e per gli altri
per non finire tutti
ammazzati
l’uomo ha ceduto
la sua libertà al tiranno
quell’altro lo svizzero Rousseau
è il padre della democrazia
per lui l’uomo è buono
è la società che lo rende
bestia, dove è la verità?
Non lo so, forse la via mediana?
Siamo tutti gettati nel mondo
per poi uscirne, chi prima chi dopo
senza via di scampo o forse
siamo sempre gli stessi
ovuli e gameti usciti dall’urna
della grande lotteria un giro
si esce e un altro si rientra
siamo ormai solo questo
senza più Dio e l’ombra dei cipressi
Paola Tassinari alias Teoderica

È primavera

È primavera

Ondate di viola
dei primi giaggioli fioriti
poi peschi e mandorli sbocciati
l’erba che cresce vigorosa
puntellata da pratoline
sole chiaro e terso e caldo
e Zefiro marzolino
è primavera
che splende fastosa o fatale
seduttrice maliarda o megera
è primavera
che sta come è stata da sempre
come quel corbello di uomo
senza sosta un ammazza fratello
Paola Tassinari alias Teoderica

 

 

Così è se vi pare

Così è se vi pare

È tutto a posto
uomini e donne e
il vecchietto in tv
tutti con microm eppur
la pandemia non tira più
è tutto a posto
la guerra fa utenza e
udienza anche se muove
e nasce per tornaconto
è tutto a posto
se la destra è nazionalista
e non va bene e non ci sta
è pur sempre bello e dolce
morire per la patria
è tutto a posto

Paola Tassinari alias Teoderica

 

A Jaune, E vert, I noir, O blanc, U bleu, ( à Rimbaud)

A Jaune, E vert, I noir, O blanc, U bleu, ( à Rimbaud)
A: giallo l’amore è sempre
luce e fiamma e inizio
di aria e di acqua e
speziati respiri salati
E: verde cosa ci può
essere di più che questa e
che congiunge vita e sole
primavera eureka euforia
e te con me per sempre?
I: nero piccolo e antipatico
schierato in file di soldatini
o di schiacciate formiche
frecce appuntite che indicano
dirigono impongono e portano
alla morte e all’indifferenza
O: bianco stupore luminoso di tutti
i colori inizio viaggio e ritorno
cerchio che gira in tondo
che pare la fine del mondo
abbracciando il passato
e il futuro in aiuole
d’inverno con viole
musicanti e profumate
U: blu mare profondo
abissale assoluto
onde e marosi flutti
elettro magnetici
vellutoso mantello
sciropposo mosto
da bere nei giorni
freddi coi semi d’amaranto:
non metto il rosso
che non voglio
passione sangue e guerre
Paola Tassinari alias Teoderica

Trista Menzogna

Trista Menzogna
Se solo voi dall’alto degli scranni
ogni ora, ogni minuto
sulla vostra pelle come
osceno e amaro dolore
il sangue gorgogliasse
e fossero vostri i figli
feriti squartati ammazzati
vostri i bambini rapiti in un vile
turpe sconcio smercio di organi
non direste con tanto fervore
seppur ammantato di sentito
dispiaciuto e triste cordoglio
la vecchia e ormai trita Menzogna:
Dulce et decorum est pro patria mori.
Paola Tassinari alias Teoderica

Londra (libera traduzione di ‘London’ di William Blake)

Io vado attraverso le strade affogate
vicino dove l’affollato Tamigi scorre
E un marchio in ogni volto incontro
sono timbri di fragilità, timbri di dolore
E in ogni pianto di ogni uomo
in ogni nuovo pianto di paura
in ogni voce; in ogni dissenso
sento la mente saldata con catene
Come il pianto degli spazzacamini
su ogni negra chiesa si sgomenta
Così il lamento degli infelici soldati
in sangue scorre lungo le mura del Palazzo
Ma il più delle volte sulle strade a Mezzanotte sento
come l’imprecazione delle fanciulle meretrici
faccia esplodere in lacrima il bimbo infante
distruggendo e impestando le nozze, in funereo carro

Zafferano, zacinto e zinnia

 

 

Zafferano, zacinto e zinnia
Ci fu un tempo antico e foscolo
di poeti che andavan ramigando
fra le croci e le funeree fosse
invocar la Musa sorridente
e gaia, a sparger l’ambrosia
sotto l’odoroso soave tiglio
e liberar dal servaggio il misero
ruggivi povero e debole, esule
nella pur sempre perfida Albione
solo da estinto, ti porse un fiore
l’Italia in Santa Croce, che credevi
che la derelitta cagna più non fosse?
Ella raspa ancora con unghie sempre più forti
e il corvo svolazza sul giallo azzuro e sul rosso
zafferano, zacinto e zinnia, che credevi tu?
Che fossero fiori? Che liberato da Sardanapalo
poi non ci fossero più le odiate guerre e il sangue?
Ti sei illuso con il fuoco e l’ardore di romantico amore,
non sapevi già allora che vince sempre chi ha il potere, chi si lava le mani e il Barabba?
Paola Tassinari alias Teoderica