MADRE DI DIO ( terza e ultima parte)

Madre di Dio 1

Non si può dimenticare, che nella preghiera più usuale, con cui ci rivolgiamo alla Madonna, quest’ultima è chiamata appunto col titolo di Madre di Dio. “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, MADRE di DIO, prega per noi peccatori, adesso e nell‘ora della nostra morte. Amen”. Attraverso una lettura ragionata possiamo individuare come l’Ave Maria, sia frutto dell’innesto di una tradizione orale devozionale, in una base formata da due passi del Vangelo di Luca: l’Annunciazione, e l’incontro fra Maria e l’Elisabetta, la madre di Giovanni il Battista. Se la prima parte dell’orazione è appunto ragionata sul Vangelo di Luca, la seconda parte è quella della tradizione orale più antica. E’ un riconoscimento di santità, dettato non soltanto dal Suo riconoscimento di prescelta, ma per il suo immenso dolore alla morte e passione del Figlio, perché Lei seppur distrutta dal dolore, è l’unica che non lo abbandona, né lo tradisce, sta vicino al Figlio … ma ve lo immaginate, una madre che sta ai piedi di una croce dove è inchiodato il figlio? Robe dell’altro mondo, eppure Lei resta con Lui. Io non ce l’avrei fatta come minimo avrei insultato e picchiato e morsicato e tirato per i capelli chi voleva inchiodare il suo corpo, quel corpo a cui con tanto dolore avevo dato la vita. Maria soffre come una madre di oggi, alla morte ingiusta di un figlio, ma dentro di sé, Lei sa che il Figlio è figlio di Dio, che resusciterà e che la sua morte sarà il principio di un’epoca nuova sulla terra, certo con più amore. Come non ricordare che la Madre di Dio, pur sapendo quello che sarebbe accaduto, incitò e diede la forza a Gesù di manifestarsi, col primo miracolo: Le Nozze di Cana. Madre di Dio è Maria perché si annullò, chiuse come in un forziere il suo dolore di madre perché il Figlio fosse libero di fare ciò che voleva. Ciò accade anche ora, una madre accudisce, ama, coccola, può vivere solo per il figlio, ma sa che lo deve lasciare al suo destino, libero di fare le scelte che vuole e dargli un calcio nel sedere per spingerlo fuori di casa se lui è un “mammone”.

immagine: Elaborazione al computer della raffigurazione della statua della Fede che si treva alla Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino… Senza titolo 3

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MADRE DI DIO (seconda parte)

Madre di Dio photogramio Vi sono innumerevoli chiese intitolate alla Madonna e ai suoi Titoli, ma sembra esistano solo tre chiese dedicate alla Madonna Madre di Dio. La Gran Madre di Dio è una delle chiese più importanti di Torino. Questa città avrebbe un’energia tellurica antica, sia positiva che negativa, è considerata “città magica”, ma non c’è niente di magico, semmai di scientifico, perché la Terra è viva. La Chiesa ha una forma rotonda, a ribadire ulteriormente il Divino, con un pronao davanti, con linee, che rimandano al Neoclassico. Ricorda lo stile del Santuario di Fornò, che si trova sul territorio di Forlì, ma anche il Pantheon di Roma, pare infatti che quest’ultimo abbia ispirato il progettista, Ferdinando Bonsignore (Torino 1760 – 1849), architetto reale dal 1798. Sorge sulla riva destra del Po, dunque vicino all’acqua, elemento considerato simbolo di vita da tempi ancestrali e collegato al culto della Grande Madre. Inoltre la Gran Madre di Dio presenta orientazioni astronomiche non casuali: a mezzogiorno del Solstizio d’Inverno, ad esempio, il sole “cade” sul vertice del timpano visibile dalla scalinata dell’ingresso. Le due statue, la Fede e la Religione, poste ai lati della Chiesa, hanno ricevuto una serie di atti di vandalismo. La statua della Religione, regge in mano una croce mentre la statua della Fede, sorregge un calice e volge lo sguardo, dalle pupille vuote, verso la città. Che vuol dire ciò? Che la Religione è lo scrigno dei ricordi più antichi, che non butta mai via nulla, lascia solo quello che non va più bene e conserva per andare avanti con passo sicuro e con la croce prende su di sé tutto il peso di questa responsabilità. Mentre la Fede, non ha bisogno di occhi per vedere, ma alza il calice/vaso/utero per riempirlo di nuova Vita. La Madonna riassume in sé anche la prima donna che ha partorito un figlio e tutte le altre che sono seguite.

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MADRE DI DIO (prima parte)

madre di dio photogramio 2 Il mio blog “Immagini di chimere”, tratta appunto di favole, chimere e sogni. Amo le religioni, tutte, ma sono cresciuta con quella cattolica, quindi sono di fede cristiano/cattolica, che amo e non cambierei con nessuna, pur rispettando tutte le altre. Amante della mitologia, del passato, dell’antropologia, e soprattutto delle favole, mi sono avvicinata alla religione con lo stesso approccio che ho riservato alle favole e al mito, in quanto ciò che si racconta nella Bibbia, nei Vangeli, anche in quelli apocrifi, sembra un’assurdità. Eppure si sà che nelle favole c’è la verità trasportata in metafora e che il mito pure racconta il passato con la poesia, quindi anche nella religione c’è Verità per quanto assurda possa apparire. Per dimostrarlo farò una serie di post che riguarderanno i titoli dati alla Vergine. Per ipotizzare e credere in questa figura che in molti deridono in quanto non può avere partorito rimanendo vergine.Inizio col titolo, Madre di Dio, e non posso non pensare alle parole di Dante: Vergine Madre figlia del tuo figlio… cosa vuol dire? E’ tra le parole più belle che si trovano nel Paradiso della  Divina Commedia. Siamo tutti figli di Dio.  Cristo, è figlio di Dio, è fatto della stessa sostanza del Padre ( generato e non creato, si dice nel Credo durante la Messa) dunque anch’egli è Dio, ed è nostro Padre. Maria è, nel contempo: Vergine perché non ha “conosciuto uomo”. Madre, perché ha generato un figlio, e in senso esteso  è la Madre di tutti noi. Figlia del tuo figlio, perché ha generato proprio il Dio, Padre di tutti.

immagine: Elaborazione al computer della raffigurazione della statua della Fede che si treva alla Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino… Senza titolo

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Perdere la bussola

rondine 4 Perdere la bussola o perdere la trebisonda hanno lo stesso significato di perdere l’orientamento, quindi metaforicamente di non avere punti di riferimento, nessuno che possa illuminare su ciò che è da fare, è sentirsi sperduti, consapevoli di essere in balia delle onde ma non avere la bussola cioè un punto di riferimento sicuro. Dagli antichi il mare era considerato sinonimo di grave pericolo, senza bussola ci si perdeva in mezzo all’immensità del mare anche se ai tempi si andava di cabotaggio. Trebisonda, è qualcosa che realmente esiste: si tratta infatti di una città dell’odierna Turchia affacciata sul Mar Nero, di grande importanza poiché sicuro punto di riferimento per tutte le imbarcazioni che attraversavano le acque del mare antistanti. Trebisonda era situata in un punto visibile e facilmente riconoscibile, quindi un punto visivo sicuro per orientarsi. Non mi piace perdere la bussola ma qualche volta è bello perdersi in una città, nelle calli di Venezia per esempio, andando senza meta e correndo veramente il rischio di perdere la bussola, anche con la nebbia è bello a volte perdere la trebisonda, ma riconosco che qui i pericoli sono assai lievi.