Filomela era una rondine che aveva già compiuto sedici anni, questa era l’età massima che una rondine poteva vivere.
Ormai il volo la stancava, ed a terra è risaputo che le rondini avendo le zampe corte sono molto goffe, facile preda di gatti indiavolati.
Che poteva fare Filomela, le forze per volare in Africa non le aveva, i figli ne aveva tanti, ma ognuno sparso per il mondo, perché così deve essere, solo gli umani, ma loro sono molto sciocchi, si tengono i figli attaccati alle penne.
Che poteva fare Filomela?
Restare nel nido che si trovava sotto il tetto di una stalla e che era suo ormai da tanti anni?
Restare lì al calduccio, fra le cose care e conosciute?
Restare ed aspettare la morte?
Sì, sarebbe rimasta nel nido antico ed avrebbe impiegato il suo tempo a cantare, a trasformare la voce stridula che hanno le rondini in quella voce musicale che possiedono gli usignoli.
Migliaia di anni fa, alla rondine avevano tagliato la lingua, è per quello che non aveva più la musicalità dell’usignolo, eppure sempre nel tempo antico, la rondine aveva come sorella un usignolo.
C’è sempre tempo per imparare qualcosa di nuovo, qualcosa di nuovo che non fa pensare al vecchio in arrivo.