Lascia che sia
Può capitare che un’anima
Votata al sapere e al conoscere
Alla delicatezza e all’amore
Più legata all’alto che al basso
Possa nascere in un paese sperduto
Campagnolo e contadino
Legato al solido e al materiale
Al duro lavoro della terra
Al sudore e al pudore
Senza pensieri astrusi e sfusi
L’anima così beve e si disseta
Come gli alberi e gli animali
Con la linfa dell’intuito e dell’istinto
Ma starà con gli occhi fissi a pala
Come una quaglia o una civetta
Dove mai è capitata?
Qui nessuno, manco il prete
Le saprà rispondere
Perché se esiste l’infinito
può coesistere il nulla
Succederà poi che l’anima
Andrà a scuola e si innamorerà dei libri
Tanti ne leggerò
Tutti li leggerò
Farò come il mulo disse
Così saprò e imparerò
Vivendo le mille e più vite
Degli scrittori e dei millantatori
Non badò al bifolco e ai suoi detti
(Non studiare troppo
che poi otterrai l’opposto
chi più sa può essere solo infelice)
L’anima rispondeva
(zitto bifolco cosa vuoi mai sapere tu
che pronunci Nietzsche mentre si legge nice
e non sai che equivale a carino in inglese
non ti intendi di Prezzolini e Pratolini
né sai che il Che e molti altri
hanno lottato per liberare l’operaio
tu non sei manco un proletario
sei un inclassificabile un paria
scarpe grosse e cervello di amaro sale fino)
Ma come ogni favola
Solo alla fine si scopre l’imbroglio
Era il bifolco il Siddharta
Non l’anima e i suoi stupidi libri
Che forse era meglio buttare o bruciare
Proprio per primi
Quelli che più aveva amato
L’Oriente e Giulietta
Il mantra e il tantra
Una stupida filosofia
Del lascia che sia
Di chi ha viaggiato
Studiato e provato
Ma non sa più ascoltare
Il vento e il sussurro
Dell’umanità che fu
Che ancora si ode
Lontano lontano
In lingue ormai scordate
Cazzimma è la natura
duende di sangue e polvere
Di amore oltre la morte
Lontano lontano
Dal lascia che sia
Paola Tassinari alias Teoderica