Il mio inconscio è zuppo
Di biscotti e di impronte
Di antiche memorie
Che innaffiano la mente
Vivono attraverso di me
E non mi lasciano stare
Mi rosicchiano e mi spingono
Nel loro tutto nel loro fiordo
Così ieri ero Dante
L’altro ieri Michelangelo
Oggi sono Duchamp
Domani chi vivrà in me?
Anime che mi bi_scottano
Talmente grandi e potenti
Che non controllo
Anime che mi bruciano
In scintille colorate
Felici impronte pronte
Di svelarmi l’ignoto
O il noto immoto dono
In fretta impazzisce
Chi diventa schiavo
Dell’eccesso e del disordine
Se il poeta dice che muore
Chi è schiavo dell’abitudine
Chi è preda e non domina
Il disuso e il caos caso
Sarà la vittima di se stesso
Perché vi è un tempo per la notte
E uno per il giorno
E occorre la misura della normalità
Per misurare gli angoli
Sia acuti che ottusi
La norma che regola
Con cui guiderai te stesso
Con ordine e senza ossesso