L’erba cattiva non muore mai

carpa 5L’erba cattiva non muore mai, questo modo di dire era solitamente la risposta che mia madre dava a chi mi faceva i complimenti, quando ero bambina; quindi non associo l’erba cattiva con i cattivi comportamenti, non penso che una pianta valga più di un’altra, che una rosa sia più bella e buona di un’erbaccia, anzi la gramigna generosamente si dà e viene pure sempre calpestata. Paragonare l’erba cattiva alle cattive azioni per me è sbagliato, infatti credo sia l’amore il propulsore del mondo e non la malvagità, è l’amore che non muore mai. Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce è un principio che spesso scordiamo ma che è assoluta verità. Veniamo colpiti dai fatti negativi e non guardiamo mai i positivi che passano sotto silenzio. Così non vediamo la bellezza delle erbacce che crescono spontaneamente, a volte sono medicinali e curative e sono state fonte di cibo in periodo di carestia. Si lasciano calpestare, risorgendo più forti, tutto ciò senza nulla chiedere… l’erba cattiva è l’amore che non muore mai. La cattiveria invece muore, perché io posso scegliere, tu puoi scegliere, noi possiamo scegliere, tutti possiamo scegliere.

Ar Var Alda

20150320_123752-1-1Poco tempo fa, alla Fiera del libro della Romagna, tenutasi a Cesena, ho presentato il mio ultimo romanzo, si intitola: “Ár var alda” (un amore fuori dal tempo) edizioni Sensoinverso . La trama: Giulia una giovane donna inquieta e curiosa, si mette in viaggio sola e con pochi soldi in tasca, incontrerà l’uomo della sua vita che la metterà in contatto con i misteri più strani ed estremi. Il romanzo continuerà con due viaggi, uno alla scoperta di luoghi, musei, persone reali, l’altro viaggio si snoderà fra i simboli della terra cava, le leggende, i miti antichi per arrivare a presenze irreali. L’idea del libro è nata visitando il Museo archeologico di Sarsina. La galleria dei reperti l’avevo già vista altre volte ma mi era sfuggito, non lo avrei notato neanche questa volta, se qualcuno non mi avesse detto: “Guarda il simbolo della terra cava”. Il lacerto di mosaico era là ben visibile, il globo terrestre con le entrate ai Poli e al posto del nucleo una cavità. Sin dai tempi antichi si sono ipotizzati territori sotterranei, Platone e la sua “caverna” per esempio e nel I secolo d. C., a Sarsina, qualcuno si era fatto fare un pavimento, nella sua villa, col simbolo della terra cava. Questa teoria ogni tanto si ripropone, il centro della terra sarebbe popolato di persone simili a noi ma più evoluti, discendenti degli antichi Giganti, questi ultimi sono raccontati in molti miti, anche nell’Odissea, Polifemo era un Gigante ad esempio. Uno dei primi che diede credito al concetto di terra cava è uno dei fondatori dell’astronomia moderna, Edmond Halley, conosciuto per aver scoperto la cometa che ha il suo nome. Nel 1864 Julio Verne  scrive il romanzo“Viaggio al centro della terra”. Anni dopo il maresciallo nazista Hermann Goering finanziò delle ricerche sugli ingressi dei Poli, indagini finite male, Hitler inviò i più fanatici sostenitori della terra cava nei campi di concentramento. Le entrate per la terra cava non sarebbero solo i Poli, ma anche i punti di incontro delle Ley Line (per la New age sono linee di energia che contornano la terra e che si focalizzano nei luoghi sacri, già dal tempo antico). Sarsina potrebbe essere una di queste entrate: il mosaico che raffigura la terra cava, la presenza delle Marmitte dei Giganti e infine il luogo sacro di San Vinicio che forse era un Druido. Si narra che i Druidi fossero i discendenti  degli Iperborei e questi dei Giganti.

articolo pubblicato sul quotidiano  “La Voce di Romagna” il giorno 13/04/2015

Viviamo senza conoscerne il perché eppure viviamo

tris 9Viviamo senza conoscerne il perché eppure viviamo, è una massima di Lao  Tzu, figura leggendaria della filosofia cinese, considerato il fondatore del Taoismo. Meraviglioso aforisma, perché viviamo? Non lo sappiamo però viviamo, un po’ come il cuore che sa prima della testa. La ragione non lo sa perché non ha il dato principale, quello di morire e poi tornare in vita per buttare giù le nozioni acquisite e fare le verifiche, ma il cuore si dibatte e cerca, così sono nate le religioni, per cercare un perché alla morte, e per fare questo occorre l’amore non il dato scientifico. Con ciò non disprezzo la scienza, anzi l’ammiro, non capisco però come lo scienziato possa dirsi ateo, ma come ogni giorno è a contatto con i miracoli della natura, ogni giorno scopre qualcosa di nuovo, come non può stare a bocca aperta davanti al creato, come non credere in un Qualcosa quando in natura ha tutto un senso? Tramite la natura io credo in Dio, credo che dopo la morte ci sia un’altra vita o comunque uno stato che non conosco ma che esiste.

Le rivoluzioni nascono dalla cima. Sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima

carpa 4Le rivoluzioni nascono dalla cima. Sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima. E’ un aforisma di Ezra Pound. Occorre che vi scriva qualcosa su Ezra. Ezra Pound è stato un poeta, saggista e traduttore statunitense, che passò la maggior parte della sua vita in Italia.Durante gli anni trenta e quaranta espresse ammirazione per Mussolini, Hitler e Oswald Mosley; sostenne il regime fascista fino alla caduta della Repubblica di Salò. Catturato dai partigiani, venne consegnato alle forze armate degli Stati Uniti, dove fu sottoposto a processo per tradimento. Dichiarato incapace, fu detenuto tredici anni in un manicomio giudiziario fino a quando, liberato, tornò in Italia dove trascorse gli ultimi anni. Benché avesse preso poi le distanze dalla Germania nazista, ma non dal fascismo italiano, l’associazione del suo nome con queste ideologie costò a Pound, nel secondo dopoguerra, la partecipazione all’assegnazione del premio Nobel per la letteratura, nel 1959, in quanto l’Accademia di Svezia rifiutò la candidatura espressa a sua favore. In Romagna l’associazione Casa Pound è dichiaratamente di destra e a volte si azzuffano con quelli di sinistra, ma Pound non è destra o sinistra è per menti intelligenti. Ma veniamo alla frase, la base non farà mai la rivoluzione se non sarà foraggiata dalla cima, che le darà i mezzi per sovvertire l’ordine. La cima cercherà la rivoluzione quando il suo potere starà traballando, quindi non sarà più in gran forma di pensiero, quindi la rivoluzione non farà altro che aiutare a legittimarsi una cima peggiore… meglio essere conservatori, che significa conservare, ci si evolve conservando il vecchio che ha esperienza ed applicando lentamente il nuovo che ha idee…forse.