L’aucuba

L’aucuba

 Nel mio giardino

Non manca l’aucuba

Ne piantai un ramoscello

Ed ora lussureggiante

Cresce rotonda palla

Di foglie graziose e affusolate

Verde intenso e lucido

Con le macchie solari

O forse lentiggini od efelidi

Gialle che ricordano il limone

Forse è per questo che

Le piace stare all’ombra

E le sue bacche rosse e rare

Sbocciarono con pigrizia

Solo quando le trovarono

Con fatica e tanto viaggio

Il maschio giusto per lei

Sono grosse pietre preziose

Ma sono velenose come

Tutto ciò che è vizio lussurioso

L’aucuba la chiamano anche

pianta aoki o albero blu

Come la notte fonda e buia

Come il veleno dello scorpione

o dello scarabeo del cuore

 

Paola Tassinari alias Teoderica

 

Il Pioppo

Il Pioppo

Lungo i fiumi del nord

Flessuoso ombreggi le acque

Che a maggio imbianchi

Con tappeti spumosi

Di neve e di piume

Che volano come

Piumini o Insetti

Non so se manna

caduta dal cielo

capriccio o pizzicore

il brioso suono delle tue

foglie mosse dal vento

è parlottio o voce di popolo

eri per l’antica stirpe

l’equinozio d’autunno

perché cadevano le tue

foglie nere e bianche

saturnine e venusiane

confine fra la terra

e il regno degli inferi

segnavi la soglia che

divide i morti dai vivi

splendente e dorato in settembre

spoglio e secco a dicembre

ventoso e lunare in aprile

ombroso e verde e  pigro

nell’agosto pieno e maturo

 

Paola Tassinari alias Teoderica

 

La betulla

La betulla

Alta, a volte molto alta

La betulla elegante

E aggraziata coi suoi

Lunghi e snelli tronchi

Non ha fiori ma solo foglie

che han forma di cuore

gli antenati la chiamavano

la fanciulla del nord

perché stava a guardia

della porta di entrata

della levata dei giorni di sole

col suo legno si costruivano

le culle dei neonati

ma anche i legni dei littori

perché tu rappresenti

la luce e il giusto castigo

per arrivare alla purificazione

e le tue verghe scacciano

gli spiriti maligni

e se a calendimaggio

una foglia metti

sotto al cuscino

il settimo giorno

di luna crescente

sognerai… l’amore tuo

 

Paola Tassinari alias Teoderica

Taketori monogatari e il bambù

Taketori monogatari e il bambù

Resistente e compatto

Veloce e indistruttibile

Sempreverde ed elegante

In schiera dritto e svettante

Quasi come una falange macedone

Con le lunghe dita inanellate

Figlio del grano e del miglio

Proteggi con la dura scorza

La principessa splendente

Che il tagliatore trovò un giorno

tra le tue foglie lanceolate

la fanciulla del flessuoso bambù

che in tanti vollero spinti

dal cuore e dai sensi

ma che nessuno afferrò

perché tornò alla Luna

un saluto e un abbraccio

e con la sua veste fatta

di piume magiche

volò al primo cielo

lasciando a terra

lo sconsolato imperatore

che in cima alla montagna Fuji

bruciò la lettera d’addio

con un fil di fumo

che ancora oggi

leggero esce

dal sacro vulcano

del lontano Giappone

 

Paola Tassinari alias Teoderica