Trave e pagliuzza

tokyo “Perché osservi la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Come potrai dire a tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi  vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di  tuo fratello”. E’ una frase di Cristo che dimostra che sono passati più di duemila anni ma il carattere dell’uomo non è cambiato. Abbiamo nell’occhio la trave dell’orgoglio che ci rendi felici quando troviamo in difetto l’altro, anzi ancora peggio la pagliuzza la mettiamo noi nell’occhio, con dicerie, cattiverie di ogni sorta. Come ci piace trovare le mancanze altrui, se poi possiamo offenderli, ancora meglio, se c’è qualche virtuoso che cade sarà pestato, mentre al prepotente si perdona molto in quanto si ha paura di ricevere un cazzotto. Io ho molti difetti, sono bugiarda, indolente, golosa, pigra e chissà che altro, ma proprio per questo mi sento spesso inferiore a tutti, gli altri mi sembrano sempre migliori, insomma ne ho abbastanza dei miei per preoccuparmi di quelli degli altri.

Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce

Senza nomeFa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce  è un aforisma di Lao Tzu. Quando tempo fa ha vissuto Lao Tzu? Forse VI secolo a. C., vi rendete conto l’attualità che ha questa frase? Prima vediamo il significato: un fatto eclatante o malvagio colpisce molto di più di un’intera popolazione che ogni giorno effettua milioni di piccole ma belle azioni… pensate in questo momento a quanti sorrisi staranno facendo i bimbi nel mondo. Pensare al sorriso dei bimbi farà in modo di pensare positivamente, magari facendo un’offerta per i bimbi che ancora non possono sorridere. Ci hanno abituato ad ascoltare solo le cose brutte che oramai riusciamo a vedere solo quelle.  E’ vero che c’è il male, come è vero che gli alberi cadono, ma è anche vero che le cose belle ci sono. Oddio non devono essere, per esempio fra le tante, come il ritorno di Albano e Romina a Sanremo, questa è una notizia gonfiata ad hoc, non è una notizia bella per noi, al massimo lo sarà per Romina, Albano e i suoi familiari. Noi non siamo brutte persone, possiamo migliorarci a patto che non ci consoliamo con le brutte notizie, consolandoci che noi non faremo mai cose così malvagie. Il mondo non è brutto guardiamolo con affetto e comprensione e spegniamo la televisione  e il  computer e i giornali che insistono su ciò… vogliamo guardare e sentire la foresta che cresce.

Anselmo il pollo romagnolo

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Ora voi mi direte che cosa ha di diverso il pollo romagnolo dagli altri polli, ed io forse farò fatica a spiegarmi, per questo vi racconterò la storia di Anselmo.

Anselmo era un pollo che era nato nel prato e non nel pollaio, per questo lui amava la libertà, lo stare nel pollaio era per lui come essere in prigione.

Quando la contadina spargeva il becchime, lui non andava a mangiare, preferiva procurarsi teneri vermiciattoli da solo, certo era un po’ più magro degli altri polli, ma aveva notato che i polli più grassi scomparivano per entrare dentro la casa della contadina, per poi non più tornare.

Anselmo, non andava a dormire nel pollaio, preferiva passare la notte all’addiaccio, ma vuoi mettere la bellezza di osservare le stelle e la luna?

Anselmo passava certe notti bellissime a chiedersi il perché le stelle fossero così predisposte, certo non erano messe a caso.

Lo faceva pensare anche il fatto che la contadina lo rincorreva, facendosi aiutare dal figlio, perché da sola non ce la faceva, in quanto Anselmo era molto agile, poi quando riusciva ad acchiapparlo esclamava:

“Questo pollo è tutto penne ed ossa, non è buono per la pentola e neanche per il tegame.”

Anselmo non capiva ciò, in tutti i casi lui cercava di mangiare il meno possibile e di restare magro, mentre gli altri polli si ingozzavano.

Ma Anselmo, si innamorò di una bella pollastra e per amore suo, lasciò le sue idee, che la pollastra disse che erano bislacche.

Per stare con lei lasciò il suo bel ramo ed entrò nel pollaio.

Si mise poi a mangiare il becchime perché così magro non piaceva alla sua amata.

Finì che diventò bello e grasso, tanto lento che la contadina felice lo acchiappò in un battibaleno.

Anselmo capì cosa era la pentola e cosa il tegame e poco prima di finirci dentro si chiedeva:

“Avrò fatto bene a seguire l’amore o facevo meglio a tenermi la libertà?”

Intanto la bella pollastra si era già trovata un nuovo fidanzato.

 

 

 

 

 

Il pesce Ago

pesce Ago

Nell’acqua del mare ci sono i cavallucci marini e i pesci  ago, loro parenti stretti; vi voglio raccontare la loro storia.

Nell’acqua del mare ci sono i pesci e tante altre belle cose, ed anche montagne e vulcani, un mondo sommerso che  un tempo tanto lontano stava in superficie.

Poi ci furono tanti sconvolgimenti, glaciazioni, inondazioni, terremoti e la Terra a poco a poco, lentamente lentamente, si trasformò così come è ora.

E a poco a poco, lentamente lentamente, la Terra si sta ancora trasformando perché è una cosa meravigliosamente viva.

L’uomo a volte la disprezza ma è un dato di fatto che la Terra è quasi eterna mentre l’uomo vive solo un attimo.

Comunque vi volevo raccontare dei cavalli che vivevano liberi e selvaggi, ma poi furono avvisati che sarebbe arrivata una grande inondazione, dovuta allo scioglimento dei ghiacci, là proprio dove vivevano loro.

I cavalli decisero, una parte di spostarsi lontano, ed intrapresero così un lungo viaggio, verso terre inesplorate.

Un’altra parte di cavalli preferì rimanere, non lasciare i propri luoghi, e di adattarsi ai cambiamenti.

Così fu che oggi vedete i cavalli sulla terraferma, che sono simili a quelli di migliaia di anni fa.

Poi vedete i cavallucci marini, molto rari da trovare, che sono la trasformazione che hanno subito adattandosi al loro territorio.

Infine ci sono i pesci ago, l’altra trasformazione dei cavalli, i quali sono meno affascinanti dei cavallucci marini, ma hanno ancora la particolarità di apparire a riva per giocare con i bimbi divertendosi a sgusciare dalle loro mani con velocità e quasi nitrendo col loro musetto allungato.

Un tempo di questi pesci ago ce n’erano tanti, ma l’incuria dell’uomo per l’ambiente in cui vive, ha causato la loro scomparsa.

Però, sembra che vogliano ritornare.