Il banano

Il banano

Alto svettavi con le grandi foglie

Verde chiaro nel giardino del vicino

Grande e maestoso d’estate

Scomparivi nel terreno col freddo

E mai i tuoi frutti sono maturati

Perché tu sei un albero del caldo

Le banane che mangiavo

Provenivano dai tropici

del Cancro e del Capricorno

tante ne ho mangiate

perché mi piacevano

così fitte in un casco giallo oro

gustose cremose e morbidose

era come sapessi senza sapere

che la banana era il cibo dei pensatori

che la chiamavano Musa

altri dicevano che era il frutto

che il serpente donò a Eva

vuol forse dire questo

che sono un’anima pensosa e peccatrice?

 

Paola Tassinari alias Teoderica

L’Agave o le spine del sale

Sei pianta che muore

nel momento del fiore

generosa di reti e di corde

di sedie e panieri

di sale e tequila

Hai lunghe e carnose foglie

Succulenti e di nobili forme

Adorne di lance e sarisse acuminate

Raggruppate in falange macedone

Che incutono timore

di sale e tequila

ricordano il mito

di Agave e le compagne

l’ubriachezza e la smemoratezza

la lussuria e la follia

di Agave e l’insana follia

di chi zuppo di troppo vino

resta solo con le spine del sale

 

Paola Tassinari alias Teoderica

 

L’Agrifoglio

Certo sei bello e vistoso

Così verde con le palle rosse

Sembri un albero di Natale

Dicono che porti fortuna

Che tieni lontano il truce maligno

Eppure il tuo nome

Richiama l’agro e l’acre

Forse per via dei tuoi pungiglioni

O forse per la leggenda

Del re agrifoglio

Che stanco chiude

Gli occhi alla vita

Nel freddo solstizio d’inverno

 

Paola Tassinari alias Teoderica

 

L’arancio

L’arancio

Lungo il viale del giardino

profumato degli aranci

al parco del Savello

stanno le arance

e le melarance

Insieme al melangolo

e le portugale

Dolcezza e asprezza

Come quegli amori

Che nascono belli e infiniti

E finiscono dimenticati

Come quasi che

dal Savello fossero scesi

improvvisamente

al piano della verità

Paola Tassinari alias Teoderica