CARLETTO IL DRAGHETTO ventesima puntata

mare vela

Termino la presentazione del condominio, ovvero una piccolissima parte del mare Adriatico dove vivo, col raccontarvi il mio sogno. Io sono Carletto il draghetto che per tutta la vita è stato alle regole, convinto che per vivere assieme occorrano delle norme. Ma le regole mi hanno stancato, non ne posso più di lavorare e pagare tasse su tasse, ho iniziato a sentirmi un carcerato e nonostante sappia che gli umani sono messi alla stessa maniera, il mio desiderio è diventare un uomo, per quello che si può. Ho quindi pensato di procurarmi una barca a vela, nel mare si trova di tutto e di veleggiare verso le Antille, non nuotando ma manovrando la vela e col vento in faccia. Il bello della vela è che quando non riuscirò più a respirare potrò tuffarmi in acqua a riprendere fiato, non dovrebbe essere difficile, ci riescono pure le rane. Le isole Caraibiche, ed in particolare le Piccole Antille si favoleggia che siano un paradiso terrestre,accarezzato perennemente da un gentile aliseo, e con bianche spiagge da sogno. Qui le persone sono gentili, le ragazze bellissime con la carnagione dorata e la collana intrecciata coi fiori. Io non voglio più una pesciolina voglio una donna, come gli umani,coi   lunghi capelli e le gambe affusolate e gli occhi birichini. Il mio amico Parmenide, che ha viaggiato molto mi ha detto che le Piccole Antille sono divenute una meta di crociera facile e sfruttata, di scordarmi gli indigeni di una volta, là è peggio che da noi è tutto un “vu cumprà” che vengono sfruttati mentre i turisti vengono spennati… comanda il dio denaro determinando leggi ancora più ingiuste. Certo lo so anche io, in Internet navigo pure io, sul sito della Treccani mi informo oppure su Wikipedia, quindi lo so che non esiste più un luogo primitivo e selvaggio, lo so che è tutto una cineseria, tutto è finto mica solo i cinesi, ma io voglio fingere di non saperlo, cos’è l’utopia o l’isola che non c’è se non un credere. Ve lo dico solo a voi, ho già trovato la barchetta, ha una bella vela rossa e mi sono già allenato a stare fuori dall’acqua per circa due ore. Domani mattina parto, destinazione Piccole Antille. Dimenticavo le gambe le ho già sviluppate e per le braccia come avrete visto dalla mia foto ce le avevo già.Ciao.  

 

immagine di Teoderica                                         

CARLETTO IL DRAGHETTO diciannovesima puntata

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Questa è Lina, lei è rimasta ferma agli anni del peace and love che qui da noi si svolse due anni orsono, fa parte dei pesci pagliaccio la cui particolarità è la loro comune associazione con alcune specie di anemoni e attinie. I pesci pagliaccio si rifugiano tra i tentacoli dell’anemone, immuni alle punture urticanti delle sue lunghe dita,qui oltre a proteggersi dai predatori i pesci pagliaccio si nutrono degli avanzi e tengono pulito l’anemone dai parassiti. Gli  anemoni sono a forma di polipo, vivono solitari,spesso sono di dimensioni consistenti, possono muoversi mediante strisciamento del disco pedale. Si cibano di invertebrati e piccoli pesci che catturano con i tentacoli, ma i pesci pagliaccio li lasciano stare. Lina ha una relazione extraconiugale con un anemone bellissimo, dai tentacoli rossi. Sono molto innamorati, non dicono nulla alle rispettive famiglie per non addolorarli, non per ipocrisia o doppiogioco, non vogliono ferire nessuno. Lina ha una madre terribile, dispotica, autoritaria ed invidiosa. Una volta quando Lina era piccola, andò nel campo ad aiutare il babbo, anche da noi abbiamo avuto la piaga del lavoro minorile, doveva guidare il trattore, ma non era capace così il babbo le diede uno schiaffone e la spedì a casa. Arrivata a casa la mamma si accorse che le mancava un orecchino, la sberla del padre aveva fatto sì che si sganciasse dal lobo. Infuriata la madre prese un anemone, ricordo che ha i tentacoli urticanti, e la menò senza remissione… che dolore Lina ricorda che rimase con il dorso e le pinne gonfie, rosse e doloranti per circa una settimana.        

immagine di Teoderica      

CARLETTO IL DRAGHETTO diciottesima puntata

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Questo qui si chiama Vury fa parte dei pesci chirurgo ma di un gruppo la cui caratteristica è che hanno la livrea gialla. E’ di indole giocosa, il male di vivere non sa che cosa è, è buono,   caro e giocoso come un bambino o un delfino, con un carattere così non poteva che provenire dai mari salati delle Hawaii. Gli adulti di questa specie possono raggiungere una lunghezza massima di 37 centimetri, anche se normalmente non superano i 20 centimetri. I maschi adulti tendono ad essere più grandi delle femmine. Tutti gli individui di questa specie presentano una livrea di un colore giallo vivo, ma di notte il giallo si dissolve leggermente e si viene a formare una macchia marrone nel mezzo, con una bianca banda orizzontale; con le prime luci del mattino ritorna velocemente il colore giallo brillante. Il corpo è di medie dimensioni ed hanno un muso appuntito, dotato di una piccola bocca. Vury  ha lasciato le Hawaii con molta “saudade”, si è fatto prete e dalle sue isole l’hanno mandato qua perché impari  il modo corretto di comportarsi in maniera poi di evangelizzare correttamente il credo cristiano. Le Hawaii sono isole di origine vulcanica. Emersero dal mare per una serie ripetuta di eruzioni. Quando la lava solidificò, sull’isola non esisteva alcuna forma di vita. Furono il vento e gli uccelli a portare i primi semi da cui poi nacque una fitta foresta. Vury, corrono le voci, sarà presto mandato a casa, lui non lo sa ancora, ma ha scandalizzato tutti e quanti. Nella sua innocenza è diventato per i fedeli un prete scandaloso. Quando arriva con l’auto alla chiesa suona col clacson, non porta la tonaca, bacia e abbraccia le donne, sorride sempre,è rumoroso ed allegro… le comari hanno detto che deve essere cacciato. Per una volta che in questo condominio era arrivato un prete simpatico, lo mandano via… mi dispiace molto.      

 

immagine di Teoderica