smart
Adesso che invecchio
Adesso che invecchio e m’avvicino
ad essere saggia o forse mi sbaglio
e continuo e manipolo col solito
gioco, indorando col riso il dolore
e facendo lo struzzo. M’invento e
fingo di essere assente, mentre
svoltolo il settimo sigillo, altro
che piena di senno, son farisea
e zelota, nel pestare e tritare con
spirito vitale lo zero del nulla, che
qualsiasi numero elevato a zero
fa Uno. E chi è quell’Uno? Ecco
io non lo so, ci credo, non so se
per indole alle fole, però l’ho colto
e me lo tengo stretto. Adesso che
invecchio, perdono e assolvo la
capra e la pecora nera, ossia chi
sbaglia per amore o per odio, chi
si mette in gioco e paga con strazio
e tormento, ma non reggo più, sì
non reggo più, chi segue per moda,
per noia, per stare nel gruppo del club
esclusivo, il chiasso del turpe e del vizio
che porta all’abominio nell’indifferenza.
Satolli di Bacco e baldracco o forse
gli occhi coperti dal nero colbacco
confusi e scordati, che ogni numero
diviso per zero va all’infinto, mentre se
elevato in potenza si risolve nell’Uno.
Paola Tassinari alias teoderica