NERINA

NerinaNERINA

Erano appena arrivati Pierino ed Ivan che ci proposero un’altra cagnolina tutta nera, tutta arruffata.
Altrimenti l’avrebbero portata al canile.
Dove ci stanno due cani ce ne possono stare anche tre.
La tenemmo.
Nerina era una signora.
Aveva charme ed eleganza.
Sembrava che camminasse coi tacchi.
Guardava con sufficienza le lotte di potere fra Pierino ed Ivan.
Mangiava composta, sempre per ultima.
Non chiedeva attenzioni.
All’esuberanza di Ivan e Pierino contrapponeva una calma serena.
Il suo modo di dimostrare gratitudine era di mettersi a pancia all’aria con le gambe alzate. Aspettava che tu le grattassi il ventre. Poi si alzava e si stendeva al sole.
Era matura e dolce, se gli altri due cani esageravano nell’irrequietudine, lei li metteva in riga.
Era lei il vero capo.
Era autorevole.
Pierino riuscì ad eludere la nostra sorveglianza, e la mise incinta.
Nacquero quattro cagnolini, due maschi e due femmine.
Trovammo una casa per tre di loro, l’ultima la più debole la tenemmo, anche perchè non avemmo cuore di lasciare Nerina senza nessun figlio.
Nerina rimase incinta una seconda volta.
Rischiò di morire. Questa volta ne aveva uno solo che nacque morto.
Aveva diciannove anni quando se ne andò silenziosa, in punta di piedi.
Un’età considerevole.

PIERINO

PierinoPIERINO

 

Poco dopo lascomparsa di Igor II, ci telefonarono per chiederci se volevamo un cane.

Arrivò Pierino.

Pierino era un volpino dal lungo pelo bianco.

Aveva due mesi, era talmente basso che la pancia sfiorava il terreno.

Amava la neve,quando infuriava la bufera lui girava incurante delle condizioni atmosferiche.

Non amava fare il bagno, aveva un sesto senso, quando era tempo di bagno lui scompariva. Dove vimetterti i guanti di suola per lavarlo perché altrimenti ti morsicava. Lui proprio il bagno non lo voleva fare.

Era un tombeur de femmes.

Ci sapeva fare.

Faceva finta di non essere interessato.

Faceva l’indifferente.

Ma sentiva l’odore della cagnolina in calore da lontano. Noi stavamo attenti che non scappasse. Allora lui non riuscendo a scappare, si intristiva, smetteva di mangiare. Il suo bel pelo bianco si arruffava tutto, si attorcigliava in bioccoli spenti.

Una volta riuscì a mettere incinta la Nerina (una bastardina tutta nera) e ci riuscì anche una seconda volta. Ma la Nerina ebbe un parto difficile, rischiò di morire e da allora Pierino fu sotto stretta sorveglianza e non riuscì più a fregarci.

Pierino aveva avuto il cimurro da piccolo, il veterinario aveva detto che non ce l’avrebbe fatta; ma io testarda volli tentare. Imparai a fargli le iniezioni,era molto facile, bastava mettere il liquido nella siringa, stando attenti a far fuoriuscire l’aria, poi si prendevafra due dita la carne del collo e qui si iniettava il liquido. Imparai a fare anche la flebo, si faceva allo stesso modo dell’iniezione, con la differenza che Pierino non stava fermo ed io dovevo seguirlo con la boccetta della flebo fino a che il liquido non terminava.

Si salvò ecampò per quindici anni.

IGOR E IGOR II

Igor e igorIGOR E IGOR II

Dopo che Beta, il piccolo cane bastardino, se ne era andato, per la prima volta comprammo un cane.

Un cane di razza Pinscher.

Lo prendemmo in un negozio di animali.

Lo chiamammo Igor.

Lo portammo dal veterinario perché non sembrava molto sano, sembrava non vedere bene.

Il veterinario disse di portarlo indietro al negozio perché il cane non era sano, il suo handicap lo avrebbe portato alla cecità completa.

Lo riportammo al negozio, con senso di colpa, ma lo riportammo al negozio. Qui, ci diedero il fratello di Igor, che chiamammo Igor II.

Sentivo di essere stata crudele con Igor, ma l’affetto, l’allegria ed il carattere esclusivo di Igor II, mi fecero dimenticare presto la mia insensibilità.

Igor II piaceva atutti, i vicini di casa spesso me lo chiedevano in prestito, perché Igor II aveva la capacità di rallegrare.

Era speciale, sapeva rasserenare.

Una domenica, venni a casa dal mare più tardi del solito. Come aprii il cancello, Igor II fece finta di salutarmi, poi veloce passò tra le gambe e scappò. Era arrabbiato perché avevamo fatto tardi. Lo inseguii, ma era buio;vidi un’auto fermarsi nel piazzale della casa della vicina in cui Igor II era solito andare per farmi dispetto, e raccogliere qualcosa…ma non ci feci caso.

Pensai che la vicina se lo fosse messo in casa per precauzione.

La mattina dopo, mi alzai presto, cercai il cane dappertutto,passai casa per casa per un raggio di due chilometri.

Misi volantini.

Misi annunci.

Nulla da fare, Igor II non si trovò.

Era la giusta punizione perché avevamo rifiutato Igor II.

BETA

BetaBETA

Prima che il cane lupo Laika morisse, era arrivato Beta, il cagnolino di mio figlio.
Mio figlio era andato col nonno da contadini che abitavano qualche chilometro più in là, ed era tornato a casa con Beta un batuffolo di appena quaranta giorni.
Era sceso dal furgone del nonno col cane in braccio: – Mamma, mammaa, mammaaa, guarda- .
Beta era un bastardino maschio dagli occhi dolci, dolci.
Fu un amico sincero, giudizioso, maturo.
Dava amore a fiumi, troppo amore dava, troppo.
Una volta mio figlio aveva preso il coltello dal nonno, mio padre era un norcino, e stava quasi usandolo su Beta.
Arrivai appena in tempo.
Spaventatissima.
Gli presi il coltello e gli dissi: – Cosa stai facendo?-.
Lui rispose: – Faccio come il nonno col maialone-.
Beta stava lì fermo, docile si sarebbe fatto anche uccidere.
Arrivò Bull, cucciolo di pastore tedesco.
Riversammo l’attenzione sul nuovo arrivato.
Non ci accorgemmo che Beta non stava bene.
Lo trovammo nel suo cespuglio preferito.
Gli animali quando sentono di dover morire, si nascondono.
Hanno molto pudore.
A me rimane il dubbio che sia morto là nel cespuglio da solo per non intristirci, che sia morto perchè non si sentiva più amato.
Dava amore a fiumi.
Troppo amore dava, troppo.