Z di Zorro

Z di Zorro

Dall’alto del tuo scranno

circondato dal tuo harem

di donne con le minigonne

traballanti su alti coturni

hai schiaffeggiato

la donna dei fiori

anziana, malata

imbottita di medicinali

non lo hai fatto da te

hai inviato uno dei tuoi vassalli

di quelli che san solo lisciare

se taccio non è per timore

figurati se per rispetto

lo faccio per via delle

pecore belanti,

che salgon sul carro

con le loro opinioni

fanno un gran chiasso

e ci van di mezzo il fesso

l’integerrimo e il tenace

e anche i miei tristi compagni

tu stai protetto,

da massoni, sassoni

santoni o solo pantoni

che s’abbassano, ahimé

a tutelare solo un cassone

costringi ad ammantarsi di lutto

anche nell’oltre tomba, colui

che affranto in vita vestiva di nero

colui padre d’Italia e d’Europa

va bene ho finito, decidi tu

se sei un cassone romagnolo

di quelli buoni con erbe e formaggio

che si gustano, si mangiano

poi si digeriscono e si evacuano

nel posto dove stai bene tu

o sei solo un cassone di quelli

a cui togliendo la esse ben figura

la zeta di Zorro… vedi ben che ti offro la scelta

 

 

Ti ricordi?

 

Ti ricordi?

Eravamo seduti

su un muricciolo

soli in mezzo alla gente

sorridenti e radiosi

di sole e d’amore

ti passavo con la lingua

la caramella e tu ridendo

la ripassavi a me ridente

brindavamo con baci briosi

e brillavamo brilli di brividi

Paola Tassinari alias Teoderica

Ridicola fiaccola

Ridicola fiaccola

ormai fiacca

eppur fiocca

fuochi e fiocchi

mai spenti

che fanno male

eppur ostinata

ogni tanto riappare

accesa di te

di ricordi lontani

fiammiferi fugaci

si illuminano

ma sono solo

illusioni, miraggi, sogni

niente altro che derisioni

non mi resta che aspettare

che la ridicola fiaccola

ormai fiacca

eppur fiocca

con fiocchi

di neve e di cenere

si spenga per sempre

e mi lasci smorta

per vivere ancora

Paola Tassinari alias Teoderica