Z di Zorro
Dall’alto del tuo scranno
circondato dal tuo harem
di donne con le minigonne
traballanti su alti coturni
hai schiaffeggiato
la donna dei fiori
anziana, malata
imbottita di medicinali
non lo hai fatto da te
hai inviato uno dei tuoi vassalli
di quelli che san solo lisciare
se taccio non è per timore
figurati se per rispetto
lo faccio per via delle
pecore belanti,
che salgon sul carro
con le loro opinioni
fanno un gran chiasso
e ci van di mezzo il fesso
l’integerrimo e il tenace
e anche i miei tristi compagni
tu stai protetto,
da massoni, sassoni
santoni o solo pantoni
che s’abbassano, ahimé
a tutelare solo un cassone
costringi ad ammantarsi di lutto
anche nell’oltre tomba, colui
che affranto in vita vestiva di nero
colui padre d’Italia e d’Europa
va bene ho finito, decidi tu
se sei un cassone romagnolo
di quelli buoni con erbe e formaggio
che si gustano, si mangiano
poi si digeriscono e si evacuano
nel posto dove stai bene tu
o sei solo un cassone di quelli
a cui togliendo la esse ben figura
la zeta di Zorro… vedi ben che ti offro la scelta