Niente

Niente

E quando i giorni

seppur pesanti e grevi

sembrano vuoti

sgombrati e inutili

tali e quali

a ciò che resta

di un palloncino

sgonfiato e scoppiato

da uno spillo appuntito

ricordi i giorni felici

di quando volavi nel cielo

quando ti bastava trovare

la piuma di un piccione

per sentirti protetta dagli angeli

o mangiavi spaghetti

al nero di seppia

lavandoti i denti col sapone

dentro ad una scatola di bagno

sorridevi per niente

ed ora ti senti un qualcosa di niente

 

Paola Tassinari alias Teoderica

Chiedeva

Chiedeva

Piccanti agri acri e dolci

pungenti piangenti e piacenti

Erano i suoi ricordi

Aglio cipolla e scalogno

Intrecciati con un filo sottile e tenace

In reste o trecce fitte e fisse

Aglio scaramantico

Cipolla piangente

Scalogno che più che scalogna

Era un sogno di miele e di fiele

Folle boccale ebbro di sensi

Ora con un pensiero d’amore

Srotolava le reste o le trecce fitte e fisse

E pensava che ciò che più le mancava

Era quel vaso di rose o di viole

Al centro del tavolo desco

Né amori né gioie e gioielli

Ma solo quel mazzo di fiori freschi

Al centro del tavolo desco

Chiedeva indietro dal tempo

Paola Tassinari alias Teoderica

 

In fondo in fondo non siamo animali

In fondo in fondo non siamo animali

Quando il nero è nero

Possiamo abitare con pazienza

La tristezza e la malinconia

In fondo siamo animali

Cani o gatti

E abitare fa rima con abituare

Oppure possiamo tingere di rosa

Pareti finestre e vene

In fondo siamo animali

Scimmie o pappagalli

Fingere un amaro sorriso

Impresso su carta nero carbone

È pur sempre una specie di ottimismo

È come dire continuare

Nell’allegra finzione e tenzone della vita

È sempre avere a che fare

Con l’abitare e l’abituarsi

Quando il nero è nero

Si può cercare una luce

Che a che fare col

Continuare abitare abituarsi

Nel solco antico del Padre

Che abbiamo ucciso

Per farci campione animale

Evoluzione progresso sviluppo

Del mondo naturale

Ma da questo lato

Del sentire e dell’amare

Non sembriamo migliori

Di cani di gatti

Di scimmie o di pappagalli

Ma in fondo in fondo

Non siamo animali

Ma ribelli incapaci di essere figli

Paola Tassinari alias Teoderica

 

La spazzatura

La spazzatura

 

Ci sono momenti

In cui brancoli nel buio

Quello infido grigio e nebbioso

Dove non sai chi sei

Cosa fai e con chi stai

Immerso nel non senso

Insensato del vivere e del morire

Affogato in una società

Del tutto lecito e dell’illecito

Del contro qualcosa o qualcuno

Non ti resta che masticare

Una rotella di liquerizia

Sperando che blocchi

La fame nervosa

E il prurito

Che vorresti grattare a sangue

Sino a dimenticare

Il tempo che hai buttato via

Nei sacchi neri della spazzatura

Gli stessi sacchi neri

Che tornarono dal Vietnam

Con dentro i corpi e i sogni

Ormai solo nel vento

Gli stessi sacchi neri

Che oggi con l’indifferenziata

Non sai più dove buttare

 

Paola Tassinari alias Teoderica