Anselmo il pollo romagnolo

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Ora voi mi direte che cosa ha di diverso il pollo romagnolo dagli altri polli, ed io forse farò fatica a spiegarmi, per questo vi racconterò la storia di Anselmo.

Anselmo era un pollo che era nato nel prato e non nel pollaio, per questo lui amava la libertà, lo stare nel pollaio era per lui come essere in prigione.

Quando la contadina spargeva il becchime, lui non andava a mangiare, preferiva procurarsi teneri vermiciattoli da solo, certo era un po’ più magro degli altri polli, ma aveva notato che i polli più grassi scomparivano per entrare dentro la casa della contadina, per poi non più tornare.

Anselmo, non andava a dormire nel pollaio, preferiva passare la notte all’addiaccio, ma vuoi mettere la bellezza di osservare le stelle e la luna?

Anselmo passava certe notti bellissime a chiedersi il perché le stelle fossero così predisposte, certo non erano messe a caso.

Lo faceva pensare anche il fatto che la contadina lo rincorreva, facendosi aiutare dal figlio, perché da sola non ce la faceva, in quanto Anselmo era molto agile, poi quando riusciva ad acchiapparlo esclamava:

“Questo pollo è tutto penne ed ossa, non è buono per la pentola e neanche per il tegame.”

Anselmo non capiva ciò, in tutti i casi lui cercava di mangiare il meno possibile e di restare magro, mentre gli altri polli si ingozzavano.

Ma Anselmo, si innamorò di una bella pollastra e per amore suo, lasciò le sue idee, che la pollastra disse che erano bislacche.

Per stare con lei lasciò il suo bel ramo ed entrò nel pollaio.

Si mise poi a mangiare il becchime perché così magro non piaceva alla sua amata.

Finì che diventò bello e grasso, tanto lento che la contadina felice lo acchiappò in un battibaleno.

Anselmo capì cosa era la pentola e cosa il tegame e poco prima di finirci dentro si chiedeva:

“Avrò fatto bene a seguire l’amore o facevo meglio a tenermi la libertà?”

Intanto la bella pollastra si era già trovata un nuovo fidanzato.

 

 

 

 

 

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