MILLA

millaMILLA

Erano due giorni che Milla girava attorno a quell’albero di caco.
Era un albero maestoso, con tante foglie verde bosco, pieno di frutti arancioni.
Sul primo ramo splendente stava un frutto, un caco rosso, maturo, e Milla lo guardava vogliosa.
Nei suoi sei anni di vita, era la cosa più bella che avesse visto.
Decise che sarebbe stato suo.
Provò ad arrampicarsi, ma il fusto era talmente liscio, che non era possibile appigliarsi.
Prese allora una sedia, niente da fare.
Provò col seggiolone della sorellina, niente da fare.
Oh, come avrebbe voluto una scala, ma non c’era, doveva riuscirci con quello che aveva.
Strisciò il tavolo della cucina sino all’albero, poi con l’aiuto di una sedia vi issò il seggiolone.
Infine salì pericolosamente sulla torre ottenuta.
Stando in punta di piedi riuscì a sfiorare il frutto agognato, ma non a staccarlo.
Fece allora un piccolo saltello, afferrò il frutto, ma all’improvviso la torre franò.
Milla cadde a sedere scoperto su un letto di ortiche.
Non si curò nè della caduta, nè del pizzicore, si guardò le mani vuote…il caco, il caco dov’ era?
Era poco più in là.
Spiaccicato per terra.
Completamente polverizzato.

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